Calenda: "Sceneggiata veramente inspiegabile"
Michetti abbandona il confronto con gli avversari. “È una rissa, me ne vado”
Quello che doveva essere un confronto di idee, un aperto dibattito davanti ai cittadini, si è trasformato in una bagarre tra Virginia Raggi, Carlo Calenda, Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti, i candidati sindaco di Roma che ieri hanno avuto un primo faccia a faccia al festival Spam Restart, organizzato dall’ordine degli architetti di Roma, in vista delle elezioni in autunno.
Dopo aver affrontato il tema della Roma del futuro, i problemi della macchina amministrativa, l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan, i poteri speciali per Roma, ad accendere gli animi dei quattro candidati al Campidoglio è stato il tema caldo dell’emergenza rifiuti. Prima i battibecchi, poi le scintille sarcastiche e infine il colpo di scena finale, con il candidato del centrodestra Michetti che abbandona il palco.
“È rissa, me ne vado“, ha detto Michetti salutando i contendenti per la poltrona del Campidoglio. A margine hanno risposto gli altri avversari: “Chi va via da un confronto perde sempre”, ha replicato la sindaca Virginia Raggi. “Quello di oggi era un confronto da campagna elettorale, non un pic-nic. Senza un confronto o un botta e risposta diventa noioso” ha detto il leader di Azione Carlo Calenda. Mentre Roberto Gualtieri, una volta sceso dal palco, ha sottolineato: “Mi dispiace che si sia arrabbiato. Noi abbiamo ascoltato con grande rispetto. Certo abbiamo ascoltato parole sull’impero romano e su tanti tempi interessanti, ma poche proposte concrete. Invece credo che il dibattito sulla campagna elettorale debba essere concreto”, ha ironizzato il candidato dem.
Il dibattito
Il confronto si era aperto con la domanda sulla situazione attuale del comune di Roma. A parlare per prima Virginia Raggi, che corre per il bis. La sindaca uscente sostiene che la “trasformazione di Roma” sia “già in atto” e che con lei alla guida “continuerà ad andare avanti”, come una Ferrari: “Quando sono arrivata era ferma, io ho iniziato a farla ripartire, a farla correre, l’ho rimessa in pista. Roma può correre verso i tre appuntamenti fondamentali, il Giubileo nel 2025, i fondi del Recovery plan ed Expo 2030“, ha affermato la Raggi servendo l’assist perfetto per Calenda, che replica: “Se Roma è una Ferrari, allora è un 348, dove non entravano le marce. Non c’è un chilometro di metropolitana progettata, la raccolta differenziata è disastrosa. È peggiorata in tutti settori di base. Noi con 500 persone abbiamo scritto le linee di sviluppo per la città“.
Tra frecciatine e toni sarcastici, si inserisce il candidato del centrodestra Michetti, che ha ricevuto dure repliche dal leader di Azione Calenda per l’elogio dei fasti dell’antichità romana, quando l’urbe era costruita attorno al cittadino perché “la Roma di Augusto e di Cesare guardava al dialogo“, elemento che per Michetti è necessario perché “abbiamo bisogno di questo dialogo, abbiamo bisogno della Roma della Pax augustea. Una Roma della collaborazione perché al centro non ci sono le nostre carriere ma il destino del cittadino di Roma“, ha affermato il candidato del centrodestra. La nostalgia di un’epoca mai vissuta non lascia indifferente il candidato Pd Roberto Gualtieri, il quale, con tono sarcastico, sottolinea che “non riporteremo Roma all’Impero romano Michetti, non abbiamo questa ambizione“. Il candidato dem viene quindi incalzato da Calenda che spiega che “i cittadini romani non erano cittadini ai tempi dei Cesari ma erano cittadini ai tempi della Repubblica romana. Inoltre non possiamo parlare ai romani del sesso degli angeli, dei Cesari, di quanto siamo buoni e bravi. È una cosa ridicola. Sono discorsi buoni per un programma delle 8 del mattino non per un confronto politico“, dice Calenda rivolgendosi a Michetti.
A questo punto Gualtieri si scalda: “La situazione è disastrosa. I soldi non sono stati spesi per imperizia. Quando ero ministro abbiamo fatto due bandi per il trasporto pubblico di massa, a Roma c’erano solo le funivie! Il Recovery è l’ultima occasione per ripartire“.
Il candidato dem si infila quindi in una querelle da cui è difficile uscire con il capo politico di Azione che tira in ballo anche la Regione Lazio di Nicola Zingaretti per spiegare i disservizi di Roma. L’attacco non piace a Gualtieri che si dice “stupito dal cerchiobottismo” di Calenda, invitandolo a ragionare sull’incomparabile lavoro svolto dalla Regione “che ci rende orgogliosi” e quello del Comune. Immediata la replica di Calenda che con tono ironico si rivolge al candidato dem: “Quando c’è di mezzo Zingaretti parti“. La scena strappa qualche risata sarcastica della sindaca Raggi che poi chiosa “se vi fa piacere dire che è tutta colpa mia va bene, ma la Regione è fanalino di coda“.
Meno divertito dal confronto il candidato del centrodestra Michetti che pochi minuti prima della fine del dibattito, saluta i contendenti e lascia il palco indignato per il tono polemico da “rissa”.
“Era un pollaio”
Poco dopo, a margine di un comizio in Piazza dei Mirti a Centocelle, Michetti ha commentato la scelta di aver lasciato il palco in pieno dibattito. “Non sono scappato. Me ne sono andato quando una cosa che doveva essere la libera manifestazione del pensiero si era trasformata in un pollaio. Più che un confronto erano tutti schierati contro di noi. È stata un’azione di killeraggio. Hanno trasformato il contraddittorio in un pollaio e ho detto: ‘Questo Roma non lo merita’ e me ne sono andato“, si è difeso così il candidato del centrodestra.
Le repliche degli avversari
Quanto accaduto ieri all’incontro organizzato dall’ordine degli architetti di Roma fa sfregare le mani degli avversari di Michetti. Mentre Gualtieri, con toni da moderato su Twitter, si dice dispiaciuto per il comportamento del suo avversario perché “un bravo sindaco dovrebbe avere la capacità di dialogare con tutti“, meno pacato è il commento del leader di Azione Calenda che è tornato sul confronto di ieri tra i candidati nella corsa al Campidoglio intervenendo al programma televisivo Omnibus su La7 “Quella di ieri di Michetti è stata una sceneggiata veramente inspiegabile. Ero impegnato in un confronto con Gualtieri, anche acceso, ma relativo ai temi della campagna elettorale. Non ci stavamo certamente insultando. Invito perciò a rivedere il confronto su Internet: si potrà verificare facilmente l’impreparazione del candidato del centrodestra. Evidentemente si è sentito a disagio e ha scelto di andarsene“.
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