Il piccolo Joseph poteva salvarsi? Ci sono responsabili nella sua tragica morte?  La Procura di Agrigento, come riportato da Repubblica, ha aperto un’inchiesta sul naufragio che mercoledì scorso ha portato alla morte del bimbo di sei mesi e di altre cinque persone, due donne e tre uomini, vittime dell’affondamento di un gommone a 31 miglia dalla costa libica di Sabratha. Il natante ha ceduto e si è spezzato sotto gli occhi dei soccorritori della Ong spagnola Open Arms che sono riusciti a trarre in salvo 110 persone, tra cui la giovane mamma del bambino.

L’inchiesta è affidata al procuratore aggiunto Salvatore Vella e alla sostituta Sara Varazi che hanno aperto un fascicolo sulla scorta dell’articolo 12 del testo unico sull’immigrazione, che mira a punire il reato di immigrazione clandestina fatto salvo il dovere di soccorso in mare. Ma l’inchiesta vuole soprattutto accertare se, dalla segnalazione del gommone in difficoltà ai soccorsi, ci sono stati eventuali ritardi e, in caso positivo, di chi. Questo per valutare se possono esserci o meno dei responsabili nella morte di Joseph. Il primo atto all’interno del fascicolo, scrive Repubblica, è il verbale con il racconto della mamma Joanna, raccolto dagli ufficiali della capitaneria di porto di Lampedusa.

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