Aggrappati nel tentativo di salvarsi. Il gommone sui cui stavano cercando di attraversare il Mediterraneo probabilmente non ha retto il peso dei tanti che erano a bordo. In cinque hanno perso la vita, inghiottiti dalle onde, mentre un bambino di appena sei mesi è morto a bordo della nave della Ong Open Arms che l’aveva soccorso insieme ad altre 110 persone finite d’acqua. «Avevamo chiesto per lui e per altri casi gravi un’evacuazione urgente, da effettuare tra breve, ma non ce l’ha fatta ad aspettare. Siamo addolorati», ha comunicato in serata la ong catalana.

A raccontare gli istanti drammatici del nuovo naufragio di migranti avvenuto ieri nell’area centrale del “mare nostrum”, le foto scattate dai volontari dalla Open Arms intervenuti per soccorrere l’imbarcazione naufragata con oltre cento migranti a bordo, tra cui anche un neonato e alcune donne in stato di gravidanza. In un video diffuso dalla Ong si vedono decine di persone in mare, la maggior parte attaccate a quel che resta del gommone su cui viaggiavano e con indosso il giubbotto di salvataggio. Altri sono invece appoggiati a due grandi galleggianti di salvataggio lanciati in acqua dai soccorritori mentre alcuni, più isolati, distanti qualche decina di metri dai resti dell’imbarcazione.
In base a quanto è stato possibile ricostruire, i migranti sono finiti in acqua dopo che ha ceduto il fondo del natante su cui si trovavano, forse da due giorni. Erano tutti privi di salvagente o di dispositivi di sicurezza, ha fatto sapere la Ong.

I volontari di Open Arms hanno operato con due Rhib, i gommoni di salvataggio utilizzati proprio per raggiungere il più velocemente possibile le imbarcazioni dei migranti in difficoltà ed effettuare i soccorsi in mare. Il capomissione di Open Arms Riccardo Gatti in un video ha sottolineato che in questo momento la Ong sta operando “da sola”. «Possiamo contare solo sui nostri mezzi, che sono due lance rapide e sei soccorritori: questo ennesimo naufragio dimostra come sia necessaria prima di tutto un’operazione congiunta in mare da parte dei governi dell’Unione europea e l’apertura di corridoi umanitari», ha aggiunto.

Dopo il salvataggio, a bordo della Open Arms si contavano 199 persone salvate e 5 cadaveri. I 111 migranti soccorsi ieri si sono infatti aggiunti agli 88 tratti in salvo il giorno prima. «L’equipe medica continua a lavorare instancabilmente per stabilizzare i casi gravi», ha fatto sapere il fondatore della Ong Oscar Camps. In serata la Guardia costiera italiana ha annunciato l’invio di una propria motovedetta di Lampedusa con medici imbarcati. Ma il piccolo di sei mesi non ce l’ha fatta ad aspettare.

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