"Forza a tutte e a tutti e viva la scienza che ci salva”
Murgia-Meloni, il cancro e l’opposizione che si indigna su tutto: la lezione di Pierluigi Battista

È un tema delicato, delicatissimo. Il dolore. Soprattutto se si parla del dolore di un altro. Ed è proprio sul dolore per una malattia terminale che si è posato il velo della diatriba. La scrittrice sarda Michele Murgia racconta per la prima volta, in un’intervista di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, della sua battaglia contro un tumore al rene. Racconta che il cancro è al quarto stadio e la diagnosi terribile: arrivati a questo punto purtroppo le cure non sortiscono più effetto.
E alla domanda: quindi non ha paura della morte? Lei risponde: «No. Spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più presidente del Consiglio». La Premier ha prontamente replicato: «Spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo». E le opposizioni si sono indignate per la risposta della Meloni.
Nella polemica generale si è levata la voce dell’onorevole Roberto Giachetti che ieri su queste colonne ha raccontato cosa significhi avere un tumore e soprattutto ha ricordato che la sanità deve essere il primo impegno dell’agenda politica.
Sul tema è intervenuto anche l’editorialista e scrittore Pierluigi Battista che in un tweet ha scritto: “Sono malato oncologico, ma purtroppo non ho alcun messaggio edificante da regalare al mondo dei vivi nel quale, tutto sommato, non mi trovo malaccio. Forza a tutte e a tutti e viva la scienza che ci salva”. Sì, e proprio di ricerca e scienza, di speranza e nuove cure abbiamo parlato con la professoressa Giulia Veronesi.
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