Preoccupazione sulle posizioni internazionali
Nei Paesi Bassi il tempo logora chi vuole andare al potere: le prime grane di Geert Wilders

Non è bastato a Geert Wilders, il capo del partito nazionalista olandese, piazzarsi primo alle elezioni, con un ottimo 23,7% dei consensi. Gli ostacoli per arrivare al governo del Paese iniziano ora. I primi intoppi in realtà sono iniziati proprio ieri e sono di natura giudiziaria. Non riguardano direttamente lui, ma l’“esploratore” che lo stesso Wilders ha nominato, un esponente cioè del suo partito che ha l’incarico di incontrare le delegazioni delle altre formazioni politiche per sondare le disponibilità a fare parte del prossimo governo. Wilders aveva nominato il senatore olandese Gom van Strien, ignaro del fatto che fosse sotto accusa per frode. Nella giornata di ieri van Strien si è dimesso dall’incarico e probabilmente oggi Wilders sarà quindi costretto a nominare qualcun altro.
Una partenza in salita, dunque. Ma non è il solo problema, anzi questo rischia di essere solo il più visibile. Fin dal giorno dei risultati delle elezioni, si è intensificata la pressione da parte di Bruxelles ma anche di molte altre capitali europee affinché il VVD, il partito liberale conservatore da molti anni al governo con Mark Rutte Premier, arrivato terzo alle elezioni ma di fatto ago della bilancia tra un governo di destra e un governo di centro-sinistra, non si allei con l’estrema destra. La preoccupazione che giunge dalle capitali europee è legata innanzitutto alle questioni internazionali: Wilders non è certamente pro Putin, ma è infinitamente più freddo di quell’Olanda che è stata in prima fila nel sostegno a Kiev.
Nei giorni successivi alla vittoria poi, Wilders si è anche scontrato pubblicamente con la Giordania sulla soluzione “due popoli, due Stati” e per un Paese che, attraverso Rutte, punta ad occupare lo scranno più alto della Nato, queste tensioni sono tutto fuorché un buon biglietto da visita. Molti commentatori dicono che la strategia di logoramento di Wilders da un lato e di pressione sul VVD dall’altro è già iniziata. Alternative ce ne sarebbero, perché i due partiti liberali, i cristiano-democratici e i laburisti insieme avrebbero i numeri per governare. Ma la politica, si sa, ha i suoi tempi: l’ultimo governo ha impiegato molti mesi per essere insediato e il tempo, per Wilders, non sarà certamente un alleato.
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