Esteri
Paesi Bassi, la comunità straniera preoccupata per la vittoria della destra estrema
Nei Paesi Bassi non hanno fretta: tutti i commentatori dicono che ci vorranno mesi prima di avere il nuovo governo.

Nei Paesi Bassi non hanno fretta: tutti i commentatori dicono che ci vorranno mesi prima di avere il nuovo governo, del resto per l’ultimo sono stati necessari 299 giorni di trattative. Ma già a due giorni dal voto, con interi settori della politica europea sotto shock per il risultato che ha visto arrivare prima l’estrema destra del PVV guidata da Geert Wilders e con la comunità straniera – specie quella islamica – presente in Olanda assai preoccupata per il ruolo di un partito che nel suo programma dice esplicitamente stop a “scuole islamiche, Corano e moschee”, si iniziano a delineare gli schemi di gioco per le prossime trattative.
Ieri Dilan Yeşilgöz, la leader del partito liberale di Mark Rutte (VVD), ha dichiarato l’indisponibilità della propria formazione politica ad entrare in un governo dove è naturale che ci siano invece “i due grandi vincitori” e cioè il PVV e l’NSC, i cristiano democratici: “dopo 13 anni [di governo], ci aspetta un ruolo diverso”. Ha aggiunto tuttavia che il suo partito potrebbe “sostenere proposte costruttive” in una coalizione guidata da Wilders, facendo prefigurare una sorta di appoggio esterno al nuovo governo di destra. Se sia tattica per far naufragare tutto, per alzare la posta o se sia una disponibilità reale, lo scopriremo presto. Pesano in questa posizione dei liberali anche le pressioni da Bruxelles. Uno dei due partiti liberali svedesi che appoggia il governo di destra è attualmente sospeso da Renew Europe e ieri l’account ufficiale del Partito Democratico Europeo, membro di Renew, ha punzecchiato il ceco Andrej Babiš, un dirigente ALDE che su X-Twitter aveva commentato positivamente l’esito delle elezioni olandesi: “La linea di apertura alla destra estrema è per noi inaccettabile”.
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