Per questa estate, per ogni estate, gli auguri per: qualcosa di fresco da bere, una passeggiata o una corsetta, il caldo, un venticello, i piedi sul finestrino, la spiaggia, il mare, l’acqua salata. E la possibilità di trascorrerla con chi si vuole l’estate. Nonostante tutto e tutti, nonostante anche il traffico sulla litoranea come cantano Elisa e Matilda De Angelis nel loro tormentone dal ritmo familiare, l’incedere fresco. Che ci vuoi fare: c’è sempre qualche contrattempo.

Come quell’inconveniente dello scorso ottobre, quando al Senato si esultava belluini per l’affossamento del ddl Zan contro l’omobitransfobia. Certo più di un contrattempo. Certo fuori dal tempo. Fuori c’è un altro Paese. Già a Sanremo Mahmood e Blanco avevano vinto con Brividi, coppia di maschi a cantare con una complicità dalla sensualità inedita per il Festivàl e la televisione – il giornale spagnolo El Mundo ne aveva parlato anche come di “un trucco” quando i due hanno partecipato all’Eurovision.

Elisa Toffoli e Matilda De Angelis cantano con un’altra leggerezza l’amore tra due donne. Amore tormentato, in assenza, che si scalda su un passo funk dal gusto mediterraneo. È un sorpasso lungo uno Stivale romantico, a oltranza balneare, e con quella dose di malinconia che alla Bella Stagione della canzone italiana ha regalato i brividi veri – da Sapore di sale a chi la odiava l’estate, a quella di un anno fa e a chi la chiamava estate ancora e nonostante tutto.

Litoranea l’hanno scritta Davide Petrella, Edoardo D’Erme in arte Calcutta e Gaetano Scognamiglio. Produzione di Elisa e Mace. La cantante friulana ha scelto l’attrice tra le più quotate di questi anni – ex cantante anche lei, e si sente, per anni è partita anche per lunghi tour con i Rumba de Bodas. Il singolo è uscito il 6 maggio, il terzo dell’album Ritorno al futuro/Back to the future (Island Records). È tra le canzoni più ascoltate di queste settimane. Racconta di qualcosa senza parlarne, ha la forza gentile e pervasiva della naturalezza: non è un inno. E lo stesso si candida a diventare il primo tormentone italiano (certo non la prima canzone) che a questi livelli canta tutto questo apertamente, all’aria: naturalmente.

Che le radio l’abbiano fagocitata con disinvoltura segnala chiaramente dov’è il Paese reale, forse una maggioranza cospicua sul tema in questo momento, e da anni ormai. Qualche giorno fa invece l’attenzione di tutti, nonostante guerra in Ucraina e crisi di governo, era per l’Unione Civile tra due donne più mediatica di sempre: quella tra Francesca Pascale e Paola Turci, la cantante e l’ex fidanzata del Presidente del Consiglio che della virilità ha sempre fatto orgoglio oltre ingrediente principale del suo storytelling. Per ora Litoranea, con la sua andatura e con il suo charme, si fa preferire ai soliti reggaeton, le canzoni tutte uguali, i tormentoni di ogni estate e anche a quelli di quest’anno. Chissà che qualche omofobo non si ritroverà a cantarla, ignaro. Non fatela ascoltare a Simone Pillon.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.