“Non l’abbiamo ucciso noi, non giriamo con il coltellino. I vestiti insanguinati? Abbiamo subito una rapina e ci hanno pure picchiati”. E’ la versione fornita dai due ragazzi di 15 e 16 anni gravemente indiziati dell’omicidio di Giovanni Guarino, che avrebbe compiuto 19 anni a maggio, e del tentato omicidio dell’amico Nunzio, raggiunto anche lui da diverse coltellate ma dimesso dopo due giorni di ricovero all’ospedale Maresca di Torre del Greco. Violenza avvenuta domenica sera poco dopo le 22, nei pressi del Luna Park allestito in via Leopardi della cittadina vesuviana.

Parole rilasciate davanti al gip del tribunale per i minorenni di Napoli nel corso dell’udienza di convalida del fermo. Difesi dal legale Mauro Porcelli, i due, iscritti al primo anno di un istituto tecnico di Torre Annunziata, hanno negato ogni responsabilità, sostenendo – così come riporta l’Ansa – di essere stati vittime di una rapina e poi coinvolti in una rissa che avrebbe visto la partecipazione di numerose persone e nel corso della quale è stato ferito mortalmente Guarino, ucciso da una coltellata al cuore. I due ragazzini, figli di pregiudicati (attualmente liberi) per reati associativi, spaccio e reati contro il patrimonio, legati alle famiglie criminali della zona facenti capo al clan Gallo-Cavalieri, sono stati fermati dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di Torre del Greco poche ore dopo l’omicidio di domenica sera e trasferiti al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei.

Al gip hanno spiegato che nessuno dei due ha mai portato un coltello (l’arma che ha ucciso Guarino non è stata al momento ritrovata, ndr) e che nessuno dei due ha aggredito altri soggetti con un’arma o altro. Hanno raccontato di essere stati vittime di una rapina per portare via un orologio di valore e una collana d’oro e, nel corso della rissa, di aver avuto la peggio e di essere stati quindi picchiati da sconosciuti.

Intanto si svolgerà venerdì 15 aprile l’autopsia sul corpo di Giovanni Guarino presso l’obitorio dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli). L’esame chiarirà il numero di coltellate ricevute dal giovane fruttivendolo e quali di queste abbiano interessato organi vitali. I funerali, che dovrebbero vedere la partecipazione anche dell’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, potrebbero svolgersi nella giornata di sabato 16 aprile.

Duro lo sfogo del papà di Giovanni. “E’ uscito alle 22.15 di casa e dopo solo dieci minuti ci hanno chiamato per comunicarci che era morto. Come è possibile?“. Parole rivolte a don Giosuè Lombardo, il parroco della Basilica di Santa Croce di Torre del Greco, che ieri ha fatto visita alla famiglia insieme al sindaco Giovanni Palomba.

Redazione

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