Un file audio galeotto rischia di mandare all’aria, per l’ennesima volta, il faticoso puzzle del governo Meloni. L’agenzia La Presse ha rilanciato ieri pomeriggio l’intervento di Silvio Berlusconi al gruppo della Camera. Tra l’ilare e il faceto, applaudendo la nomina del nuovo capogruppo della Camera Alessandro Cattaneo, il Cavaliere ha raccontato anche di «aver riallacciato i rapporti con Putin. Per il mio compleanno lui mi ha mandato venti bottiglie di vodka pregiata e un biglietto dolcissimo. E io gli ho mandato venti bottiglie di lambrusco con un biglietto a mia volta dolcissimo».

Patatrac. Lo staff di Forza Italia ha cercato di smentire dicendo che si trattava di un vecchio episodio. Il file audio però, pubblicato per intero dall’agenzia, sembra raccontare di un fatto recente. Gelo negli uffici di Fratelli d’Italia dove Giorgia Meloni continua il lavoro certosino di incastri per la squadra di governo. Anche perché la giornata è la summa di una serie di episodi non si sa fino a che punto volutamente provocatori o solo scappati di bocca. «Ha raccontato fatti vecchi del 2008 – si è affrettato a spiegare Antonio Tajani che a questo punto vede barcollare il suo posto da ministro degli Esteri e vicepremier – A Bruxelles, nel Ppe, si fa affidamento sulla presenza di Forza Italia in questo governo», ha sottolineato cercando di mantenere sangue freddo e moderazione. Eh già, ma se viene fuori che Putin e Berlusconi si scambiano bottiglie di vino e biglietti dolcissimi… “Silenziate Berlusconi” titola a metà pomeriggio il sito Dagospia, “sta facendo terra bruciata intorno a Meloni”.

La presidente di Fratelli d’Italia pare sia furiosa. Anche perché tra le esternazioni di giornata ce n’è anche un’altra che le deve essere rimasta indigesta. «Non c’è stata mai una distanza tra noi e la signora Meloni – ha precisato il Cavaliere – Ho un rapporto veramente di amicizia con lei, mio figlio ha un rapporto di amicizia, il suo uomo lavora a Mediaset. Sono tanti i punti di contatto». Ecco, passi per Piersilvio Berlusconi, ma il padre di sua figlia, perché tirarlo in ballo? Ogni indizio di questa lunga giornata, le dichiarazioni mai casuali, le battute, la salita sul predellino dell’auto fino alla barzelletta su Putin, Biden, lui medesimo e il Papa che volano sullo stesso aereo, raccontano di un leader ferito in cerca di una nuova “centralità” per Forza Italia nella coalizione di governo dopo il grande gelo e le umiliazioni dei giorni scorsi. Nel bene e nel male. L’umore del Cavaliere è sembrato molto tonico dopo le ombre dei giorni passati.

Quasi sopra le righe quando ha indicato i suoi ministri e i relativi ministeri sostituendosi, in un colpo solo, al capo dello Stato e alla premier in pectore. Quando ha dato per risolto il nodo della casella Giustizia, “il ministro sarà Casellati” quando invece ancora nulla è stato deciso nel duello tra l’ex presidente del Senato e l’ex pm Carlo Nordio, preferito da Fratelli d’Italia. Quei fiumi di inchiostro sui giornali di ieri mattina su “Berlusconi a Canossa” e sulla “consegna, suo malgrado, delle chiavi del centrodestra alla nuova leader Giorgia Meloni”, non gli sono piaciuti affatto.

Di sicuro ieri il Cavaliere ha deciso di occupare la scena della politica dalla prima mattina – il primo comunicato alle 9 per comunicare a Cattaneo che sarà capogruppo e non ministro – a metà pomeriggio quando ha lasciato Montecitorio dopo essere stato a palazzo Madama per presiedere l’assemblea che ha eletto il capogruppo: Licia Ronzulli guiderà Forza Italia al Senato; Alessandro Cattaneo alla Camera. La squadra è al completo e, viste come sono andate le cose nelle ultime settimane, Forza Italia sembra quasi avere un ruolo di controller nella maggioranza di governo. «Anche l’Europa e tutto il Ppe confidano molto nella nostra presenza in questo governo», ha detto Antonio Tajani sperando magari di cancellare le intemerate di ieri.

Ogni indizio di questa lunga giornata, le dichiarazioni mai casuali, le battute, la salita sul predellino dell’auto fino alla barzelletta su Putin, Biden, lui medesimo e il Papa, raccontano di una ritrovata centralità per Forza Italia nella coalizione di governo dopo il grande gelo e le umiliazioni dei giorni scorsi. Nel bene e nel male. L’umore del Cavaliere è sembrato molto tonico dopo le ombre dei giorni passati. Ma i guai che ha combinato lo hanno reso, in una parola, distruttivo. Un po’ della serie muoia “Sansone con tutti i filistei”. Avete voluto prendere le chiavi del centrodestra? E allora sapete che c’è? Il centrodestra senza di me non c’è più. Anche perché senza Forza Italia il centrodestra non ha la maggioranza.

Fratelli d’Italia e Lega tacciono imbarazzati mentre sulle agenzie è un rifrullare di reazioni delle opposizioni. “Parole inquietanti” denuncia Lia Quartapelle del Pd. “Gravissime” rincara la dose Raffaella Paita, capogruppo di Iv-Azione al Senato. “Inumane” le definisce Benedetto Della Vedova “nel momento in cui Putin sta bombardando i civili in Ucraina”. Spietato il tweet di Carlo Calenda: «Berlusconi nomina i ministri al posto di Mattarella e dichiara di aver riallacciato i rapporti con Putin. Chissà cosa ne pensa il neoministro Tajani che dovrebbe garantire la linea euroatlantica!!!».

Per il centrodestra prova a gettare acqua sul fuoco un quasi ecumenico Ignazio La Russa. «Conosco Berlusconi, ha questi rapporti personali a cui vuole sempre tenere fede. Non è una novità assoluta ma al di là delle frasi in libertà non pubbliche ma rivolte ai suoi ristretti, credo che alla fine non ci sia alcuna sbandata. Mi interrogherei piuttosto su chi fa uscire queste cose». E dire che fino a metà pomeriggio sembrava fatta, presidenze, capigruppo, oggi le vicepresidenze (un altro campo di battaglia ma per le opposizioni), la squadra di governo. Meloni ha ceduto “sovranità” accettando la presenza e il ruolo dei due vicepremier, Tajani e Salvini. E poi cinque ministri a testa per i soci minori. Secondo la versione di Berlusconi «Tajani andrà agli Esteri e sarà anche vicepremier, Casellati alla Giustizia, Gloria Saccani Jotti all’Università, Anna Maria Bernini alla Pubblica amministrazione e Gilberto Pichetto Fratin all’Ambiente e alla Transizione ecologica». Dettaglio non di poco conto: il premier Draghi ha dato superpoteri al ministro per la Transizione ecologica affidandogli anche la decisiva delega sull’energia che è stata tolta al Mise. Nei giorni scorsi sembrava che il Ministero per lo sviluppo economico affidato sulla carta a Guido Crosetto diventasse un superministero con la delega, tra le altre, all’energia e all’editoria.

L’energia resta invece al Mite e quindi all’azzurro Pichetto Fratin, già viceministro del governo Draghi. Da ieri il nome di Crosetto è tornato ballerino. Un caso? Alla Difesa dovrebbe andare Adolfo Urso. Ma anche Crosetto. Si vedrà. All’Agricoltura non andrà il leghista Centinaio, si fanno i nomi di De Carlo di Fdi e del ‘tecnico’ Berutti. Per l’Istruzione c’è l’ipotesi Valditara, Fitto dovrebbe andare agli Affari europei, Musumeci potrebbe andare al ministero per il Mezzogiorno. Per il dicastero della Salute è favorito Rocca (presidente della Croce Rossa internazionale). Il centrista Maurizio Lupi potrebbe guidare i Rapporti col Parlamento. Sono più che ipotesi Roccella alla Famiglia, Calderone al Lavoro, Colosimo (o Santanchè) al Turismo. Per la Cultura si fa il nome di Giordano Bruno Guerri.

Il fedelissimo Fazzolari avrà l’assai delicato ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. La Lega avrà Salvini alle Infrastrutture, Giorgetti al Mef, Calderoli agli Affari regionali e quindi alle Autonomie (risarcimento per la mancata presidenza del Senato). Si fanno i nomi di Baldassarre o Locatelli per il dicastero delle Disabilità. Nulla da fare per Erika Stefani, già ministro con i governi Conte 1 e poi Draghi e molti vicina al governatore Zaia. “Sul governo siamo a buon punto” aveva detto ieri mattina Meloni. Poi alle 13 è arrivato Berlusconi. E nulla più è stato come prima. In serata l’ennesima smentita dell’ufficio stampa di Forza Italia: «Non esistono e non sono mai esistiti margini di ambiguità rispetto al conflitto ucraino e alle responsabilità russe. Forza Italia è da sempre in linea con l’Europa e gli Stati Uniti». Intanto Berlusconi e la compagna Marta Fascina gustavano un gelato nella tiepida serata romana. Il tutto documentato sui social.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.