Non solo la magistratura ma la politica vuole vederci chiaro. E non solo sulla strage di Cutro ma su tutta la dinamica che ha precipitato le operazioni di soccorso in mare in una selva inestricabile di regolamenti, cavilli ed eccezioni. Il documento di riferimento è, dal 2021, il “Piano marittimo nazionale per i soccorsi”, emanato dalla Guardia Costiera per volontà dell’allora ministra Paola De Micheli: una direttiva nata per cancellare le misure contro le ong imposte da Matteo Salvini al primo governo Conte e indicare la priorità del salvataggio di vite umane.

Un correttivo, quello a firma De Micheli, che ha riequilibrato le sorti di una serie di misure che imbrigliavano le operazioni di soccorso. La ministra del Pd – che di recente ha anche corso come segretaria del partito – aveva inserito nel suo provvedimento non solo il principio della massima allerta in caso di segnalazione di natante con migranti a bordo, ma aveva anche codificato i due livelli di attenzione: il “minimo di attendibilità” impone di iniziare una procedura, quella dell’ “Incerfa”, in cui ci si pone l’obiettivo di stabilire un contatto con l’imbarcazione sotto osservazione per capire se ha migranti a bordo e se si trova in situazione di ‘distress’. A questo livello segue quello dell’ “Alerfa”, che impone l’obbligo di effettuare indagini appropriate per ottenere notizie dirette sul mezzo navale “e su eventuali persone in pericolo”.

Prima di queste norme, il criterio era più aleatorio e improntato al minor intervento possibile. Con il governo Conte I l’indirizzo politico generale era quello di scoraggiare i migranti e dove possibile, respingerli. La maggioranza gialloverde vedeva nel tridente Giuseppe Conte-Matteo Salvini – Luigi Di Maio tre alleati coesi su questo tema. “Respingere i taxi del mare” era l’espressione coniata dall’allora titolare della Farnesina. Ieri lo hanno ricordato diversi esponenti: “Con i nostri Governi salvare vite era un motivo di orgoglio per l’Italia. Poi è arrivato Conte con Salvini e Di Maio ed è cambiato tutto. Leggete l’intervista dell’ammiraglio Alessandro, fa riflettere. Il responsabile delle nuove regole si chiama Giuseppe Conte. Qualcuno può smentirmi?”, ha dichiarato il deputato di Italia Viva, Francesco Bonifazi.

Ancora più esplicita la deputata di Azione, Daniela Ruffino. È lei che ripercorre la cronistoria: “Il M5S ha governato con Matteo Salvini e il leader leghista era quel ministro dell’Interno che nell’agosto 2018 tenne bloccati 179 naufraghi sulla nave Diciotti: presidente del Consiglio era Giuseppe Conte, ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Il governo giallo-verde varò quell’estate i decreti Salvini, provvedimenti fortemente restrittivi su accoglienza e chiusura dei porti. La collega Appendino chiede, e ha ragione, che i ministri Piantedosi e Salvini riferiscano quanto prima sulle ragioni del mancato intervento dei soccorsi e di fare chiarezza sulle ore intercorse fra l’allarme e il naufragio. Però ricordo anche ad Appendino di rivolgere qualche domanda al suo leader Giuseppe Conte sulle ragioni che lo spinsero a farsi uomo-sandwich per reclamizzare quei due infami provvedimenti. Troppe parti in commedia tolgono ogni credibilità”, conclude Ruffino.

Guardando alla strage di Cutro i parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra italiana hanno presentato un esposto alla procura di Roma per chiedere che si indaghi sul naufragio di Crotone, pronti eventualmente a costituirsi parte civile in un processo. Nel documento – sottoscritto da 10 parlamentari tra cui il capogruppo al Senato, Giuseppe De Cristofaro, la senatrice Ilaria Cucchi e il deputato Nicola Fratoianni – si chiede “che si compiano tutte le necessarie indagini” e che se venisse riconosciuta un’ipotesi di reato “i responsabili vengano perseguiti e puniti a norma di legge, con riserva di costituirsi parte civile”. In particolare, si chiede di “approfondire se vi siano state disposizioni ministeriali che abbiano impedito l’uscita in mare della Guardia costiera”, perché “non si può escludere che esista anche una responsabilità superiore considerato che la Guardia costiera dipende dal ministero dei Trasporti, mentre il ministero degli Interni è diventato il ‘super coordinatore’ di sbarchi e soccorsi dei migranti”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.