Che la scuola e i giovani siano importanti, che rappresentino il futuro, che si debba investire e che si debbano portare novità, sono temi che ci trovano sempre tutti d’accordo. Ma solo con il lavoro dei parlamentari e degli emendamenti presentati, per l’anno 2025 alla manovra economica, ci saranno alcuni investimenti e diverse novità su questo settore. In una lunga stagione che vede la politica in generale – e gli eletti in particolare – sempre nel mirino della critica, è giusto e utile dire la verità: senza gli emendamenti di maggioranza e opposizione e la collaborazione del ministero dell’Istruzione, questa legge di bilancio avrebbe avuto ben poco per scuola, formazione e giovani.

Abbiamo iniziato con una manovra che, dopo anni di investimenti, prevedeva tagli economici e di personale. Minimi in proporzione ai numeri assoluti di un grande ministero, ma un segnale politico in controtendenza rispetto agli ultimi 15 anni. 5.660 posti per il personale docente in meno e 2.174 posti in meno per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, oltre al taglio di risorse di 40 milioni annui e per 3 anni.

Dopo il lavoro dei parlamentari, con risorse disponibili molto limitate, sono state diverse le novità introdotte. I posti in organico dell’autonomia per gli insegnanti di sostegno aumentano di 1.866 unità dal 2025, arrivando nel 2026 a 2.000, con un finanziamento di 87,5 milioni dal 2026. Una novità che è stata raggiunta grazie a un lavoro tra il dicastero dell’Istruzione e i parlamentari. Arriva un fondo per il servizio di sostegno psicologico per studentesse e studenti nelle scuole. La proposta di modifica è stata fortemente richiesta e voluta dal Pd e nasce dall’ascolto della richiesta che arriva dagli istituti: prevede una dotazione iniziale di 10 milioni, fino ad aumentare negli anni successivi a quasi 20 milioni di euro.

Un emendamento alla manovra, firmato da +Europa, prevede un fondo di mezzo milione per promuovere corsi di informazione e prevenzione sulla salute e sull’educazione sessuale nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Si stabilisce che nel 2025 non ci saranno i tagli del personale non docente e si vara l’assunzione di 100 unità di personale per gli Uffici scolastici territoriali, che sono fondamentali per aiutare le singole scuole. In un mondo che cambia velocemente e che ha bisogno di conoscenze e competenze aggiornate, fa piacere vedere che ulteriori 5 milioni saranno destinati ai campus tecnologico-professionali (che saliranno a 20 milioni nel 2026).

Infine c’è la parte che riguarda le scuole paritarie (non private). Le paritarie – per essere tali – devono seguire regole, criteri e norme. Sono equiparate alle scuole statali. Le private sono altra cosa. Scuole statali e paritarie non statali rappresentano la scuola pubblica. I parlamentari di (quasi) tutti i gruppi parlamentari hanno presentato emendamenti, in particolare Noi Moderati, e due sono state le novità che aiutano questi percorsi e che hanno voluto supportare famiglie e ragazzi: un incremento del fondo che arriva alle scuole che accolgono bambini e ragazzi con disabilità; un leggero incremento della cifra che ogni famiglia può portare in detrazione.

Due misure che proseguono una decisione presa dai governi Renzi e Gentiloni e che giustamente viene portata avanti con maggioranze diverse. Sono iniziative che aiutano le scuole e le famiglie, ma che comunque non eliminano l’ostacolo vero che è quello economico. Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia proponeva l’avvio della dote, voucher o buono educativo con limiti Isee. Un testo che non ha avuto seguito in questa legge, ma che potrà aprire un dialogo politico senza scontri ideologici (che sul tema educativo sono controproducenti per tutti).

Questa legge finanziaria – con il rito antico degli emendamenti, delle riunioni infinite, delle notti in commissione, delle trattative e del compromesso – dimostra anche quali siano i temi che il paese “sente”, le urgenze e le necessità. Non può che far piacere vedere che tante sono state le richieste, presentate e difese fino all’ultimo voto notturno, che riguardano l’istruzione e i ragazzi. Sono il segno chiaro che scuola, formazione e giovani hanno bisogno di investimenti e di riforme, ma soprattutto di politici che ci credono e si spendono per questo.