«Napoli può aspirare al modello delle città libere siglato da Budapest, Praga, Bratislava e Varsavia, può chiedere di sedersi al tavolo europeo e può anche pretendere più risorse, come invocato dal sindaco di Firenze Dario Nardella, ma a patto che venga finalmente portata a termine la costituzione della Città metropolitana»: Domenico Tuccillo, già sindaco di Afragola e membro del direttivo dell’Anci campana con delega ai rapporti con l’associazione nazionale, sottolinea la necessità della creazione di una vera città metropolitana.
Il ragionamento di Tuccillo si inserisce nel dibattito sull’esigenza di ricostruire una città che ogni giorno perde un pezzo della sua storia, annaspa tra i debiti e si rassegna davanti a decine di progetti bloccati da lungaggini burocratiche ed errori dell’amministrazione comunale. Gli esempi sono diversi: la Galleria Vittoria, a seguito di un crollo che ha interessato parte della facciata, è chiusa da fine settembre, il che comporta una pressoché totale paralisi del traffico in città. Per non parlare di Bagnoli, ferita che sanguina da più di vent’anni e sulla quale ieri è stato sparso altro sale: il commissario delegato alla bonifica dei terreni dell’ex polo siderurgico non avrebbe centrato gli obiettivi prefissati, con conseguente spreco di 400 milioni di euro. E ancora la metropolitana di Piazza Municipio, cantiere fermo da vent’anni e per il quale l’archistar portoghese Alvaro Siza, chiamato a disegnare la stazione, ha chiesto l’aiuto del governatore Vincenzo De Luca.
«Bisogna intervenire affinché le procedure previste dal codice degli appalti non siano così farraginose e vengano concordate con i Comuni in sede legislativa – spiega Tuccillo – Inoltre bisogna dare la possibilità ai sindaci di intervenire sulla macchina comunale sostituendo i dirigenti inefficienti». Ecco, è tra le macerie di queste iniziative incompiute e le esigenze di riformare la macchina comunale che, da più parti, è arrivata la richiesta di un commissario straordinario che si occupi delle vicende o la proposta di concedere più poteri e autonomia ai sindaci. Per Tuccillo si può pure fare, ma a patto che ci si occupi delle Città metropolitane, in modo tale da avere più risorse e libertà d’azione, come hanno fatto quattro grandi città europee.

Nel dicembre dello scorso anno i sindaci di Praga, Budapest, Bratislava e Varsavia hanno siglato il “patto delle città libere”. Tra le varie richieste c’è l’accesso diretto ai fondi europei, bypassando i rispettivi Governi nazionali al fine di rendere più efficace la spesa delle risorse a livello locale. Uno slancio simile c’è stato anche da parte dei politici di casa nostra. Dario Nardella, primo cittadino di Firenze, durante il Forum della città tenutosi a Oporto nel 2020, ha avanzato due richieste: più risorse per le politiche urbane da ricavare dal budget della coesione, portando al 10% la quota destinata alle città, e un posto al tavolo in cui Commissione europea e Stati membri discutono e decidono le politiche che riguardano le aree urbane. «Trovo ragionevoli le richieste di Nardella – commenta Tuccillo – ma per arrivare a questo step dobbiamo parlare delle Città metropolitane che, secondo la legge, sono istituzioni, ma solo sulla carta: quella di Napoli è praticamente inesistente, il che è inaccettabile».

La legge numero 56 del 2014 (legge Delrio) ha dettato un’ampia riforma in materia di enti locali, prevedendo l’istituzione e la disciplina delle Città metropolitane e la ridefinizione del sistema delle Province. Il testo stabiliva anche che il sindaco del Comune capoluogo fosse di diritto anche sindaco metropolitano. «La legge individuava nella Città metropolitana il protagonista dello sviluppo del territorio – spiega Tuccillo – Le Regioni avrebbero dovuto trasferire al sindaco metropolitano alcuni poteri in materia di gestione dei rifiuti o dei trasporti, per esempio, e così l’ex Provincia avrebbe potuto avere grande incidenza nel panorama dei rapporti politici nazionali e internazionali». Com’è andata a finire? «Che la Città metropolitana di Napoli è stata ridotta a dépendance del sindaco Luigi de Magistris che di tanto in tanto ci ha piazzato qualcuno dei suoi – afferma Tuccillo – L’istituzione è inesistente e lo statuto della Città metropolitana, che tra l’altro prevedeva l’elezione di un sindaco metropolitano, non è diventato legge e tutti si sono quasi dimenticati della sua esistenza e della sua importanza».

Ma come mai la creazione di un ente così importante è stata abbandonata? «Le colpe possono essere attribuite alla Regione che si è preoccupata di cedere parte dei suoi poteri – spiega Tuccillo – e al Governo che non è intervenuto perché questo accadesse e anche al sindaco che non ha fatto nulla. Riaccendiamo i riflettori sull’importanza della Città metropolitana e ripartiamo da questo progetto lasciato a metà per ridefinire poteri e competenze dei sindaci».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.