La riforma della prescrizione, cavallo di battaglia del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e del direttore de ‘Il Fatto Quotidiano’ Marco Travaglio, entrata in vigore all’inizio del 2020, non convince l’opinione pubblica. Un sondaggio realizzato da Ipsos di Nando Pagnoncelli per ‘DiMartedì’, su La7, vede il 40% degli intervistati contrari all’abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Favorevoli invece al provvedimento presente all’interno del pacchetto “Spazzacorrotti” è il 38%, il restante 22% è indeciso.

Il tema della prescrizione sta ancora spaccando l’esecutivo giallo-rosso. Ieri sera l’ennesimo vertice di maggioranza a Palazzo Chigi dove si è discusso del cosiddetto ‘lodo Conte’. La bozza del disegno di legge delega prevede la permanenza della riforma Bonafede, e quindi lo stop del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, solo in caso di condanna.

Una proposta bocciata da Italia Viva. Il no di Matteo Renzi è arrivato in diretta radiofonica, mentre a Palazzo Chigi Conte, Bonafede e le delegazioni dei partiti di Governo erano ancora seduti al tavolo. “Il Lodo Conte risolve il nodo sulla prescrizione? Assolutamente no – spiegava l’ex premier – l’essere o meno colpevole non si valuta in primo grado, ma si valuta alla fine. Inserire un elemento di distinzione tra chi è assolto e chi è condannato in primo grado viola i principi costituzionali. Un processo senza fine è la fine della giustizia”, taglia corto Renzi, insistendo perché si ritorni alla legge Orlando.

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