Obbligo green pass: "Macché dittatura"
Prodi elogia Berlusconi: “Ho apprezzato suo cambiamento in Europa, Meloni e Salvini sono un problema gravissimo”
“Macché dittatura, qui il punto è che non possiamo bloccare il Paese perché qualcuno non accetta il green pass“. Così come “e un po’ strano che lo Stato paghi il tampone a chi non obbedisce a una sua norma. Io ho più di 80 anni e la prossima settimana farò la terza dose del vaccino”. Romano Prodi tira dritto e sposa la linea del premier Mario Draghi.
L’ex presidente del Consiglio, in una intervista a La Stampa in occasione del Salone del libro di Torino, confessa che “addirittura pensavo fosse opportuno l’obbligo di vaccinazione, ma il pass resta una via di mezzo importantissima. In una società i diritti individuali e quelli collettivi viaggiano in parallelo: io ho il diritto di venire a lavorare vicino a lei e attaccarle il Covid? No“, la sospensione dal lavoro senza stipendio è giusta, “per forza, ma è stata prevista la via d’uscita del tampone, per chi non vuole vaccinarsi. O il vaccino, oppure tampone, tampone, tampone. Fuori da questo schema non si può stare, perché è pericoloso”.
Dopo aver definito “follia” la perizia psichiatrica chiesta da giudici di Milano a Salvio Berlusconi, il fondatore dell’Ulivo torna a parlare del suo storico rivale politico: “Da Berlusconi mi dividono molte cose, ma ho davvero apprezzato il suo cambiamento dal punto di vista della collocazione europea“. Meno tenere le parole nei confronti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “Nella destra italiana ci sono legami mai sciolti, a cominciare dai simboli e alleanze pericolose con forze antieuropee“. Se i due leader di Lega e Fratelli d’Italia arrivassero al governo sarebbe ‘un problema gravissimo’ per il Paese, dice ancora l’ex presidente del Consiglio.
Secondo Prodi “il problema” della destra a fari i conti con il proprio passato “è evidente, si è sempre trovato il modo di rinviare il momento in cui affrontarlo. Nella nostra Costituzione c’è una condanna di tutti i rigurgiti neofascisti, ma la messa in atto di questo principio non c’è mai stata, almeno non come in Germania”.
“Magari, a livello giuridico, ci possono essere dei distinguo, ma la sostanza è quella: un’eredità formale che rende difficile prendere provvedimenti”. “Anche formalmente ci sono riferimenti al fascismo, nei simboli, quindi il problema esiste. Poi va detto che la nostra destra, a Bruxelles, si è alleata con le forze antieuropee”. Poi un messaggio alla linea moderata, guidata dal ministro Giancarlo Giorgetti, che sta avendo la meglio nel partito di Salvini: “Seguo con interesse, però, la dialettica nata all’interno della Lega e spero possa dare i suoi frutti in futuro. Ricordo che anche Forza Italia nacque molto scettica sull’Europa e poi ha fatto una sua evoluzione”, aggiunge l’ex presidente della commissione europeoa.
Sugli scontri di Roma dice: “Ho pensato a Washington e all’attacco al Campidoglio del 6 gennaio. C’è un malessere che non è solo italiano. Quella violenza non mi ha stupito, ma mi ha angosciato: è assolutamente inaccettabile”.
Sulla ‘linea del rigore’ di Draghi, ha poi aggiunto: “Sono convinto che, se quest’anno facciamo il 6% di sviluppo e abbiamo un numero molto più basso di morti, lo dobbiamo al fatto che oltre l’80% degli italiani si è vaccinato con due dosi. Tra l’altro io, avendo più di 80 anni, la prossima settimana farò la terza dose”.
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