La guerra in Ucraina e le condizioni russe
Putin chiama “partner” Trump, rifiuta questa tregua e provoca Europa e Nato: “Chi controllerà confine di duemila chilometri?”

Ucraina e Stati Uniti trovano l’accordo per un mese di tregua ma chi comanda è Vladimir Putin che, con la solita dialettica che contraddistingue la riconosciuta propaganda russa (ora gli Usa di Trump sono un “partner”), lascia chiaramente intendere che non ci sarà tregua se non si accetteranno le sue condizioni, anche perché la Russia ha appena riconquistato la regione del Kursk dopo il blitz dell’estate scorsa dell’esercito di Kiev.
Guerra in Ucraina, le condizioni di Putin
Putin detta le sue condizioni (via Zelensky, no dell’Ucraina all’ingresso nella Nato e conservazione dei territori conquistati in questi tre anni di guerra), spiazzando molto probabilmente il presidente Usa Donald Trump e provocando ancora una volta l’altro Occidente, l’Europa che nelle ultime settimane pare abbia preso consapevolezza dei rischi che corre con la minaccia imperialista di Putin.
L’incontro con Witkoff a porte chiuse
Il presidente russo vedrà nelle prossime ore l’inviato Usa per Russia e Ucraina, Steve Witkoff, giunto a Mosca in giornata. L’incontro avverrà a porte chiuse e si proverà a raggiungere un accordo per una tregua temporanea così come annunciato da settimane da Donald Trump (che in caso contrario ha minacciato sanzioni alla Russia).
Ma sarà un incontro inutile perché lo stesso Putin ha già anticipato che ci sono alcune questioni che vanno discusse con i partner statunitensi, “magari attraverso un colloquio telefonico con il presidente Donald Trump”. Tregua dunque che appare difficile da raggiungere se si prendono in considerazione le parole dello stesso Putin pronunciate nel pomeriggio di oggi, 13 marzo, nel corso di una conferenza stampa con il suo delfino Lukashenko, presidente della Bielorussia. Per Putin “la situazione nella regione di Kursk è completamente controllata dalle forze russe, le truppe ucraine sono completamente isolate ed hanno solo due opzioni: arrendersi o morire”.
“Tregua dà vantaggio a Ucraina, noi vogliamo pace lunga”
Da qui il rifiuto ad una tregua che avvantaggia solo l’Ucraina. Il motivo? “Nella situazione attuale nella regione di Kursk, la parte ucraina trarrebbe vantaggio nel raggiungere il cessate il fuoco per almeno 30 giorni”. La versione propagandistica del Cremlino è quella che una breve tregua servirebbe a Kiev per riprendere il fiato, mentre Mosca vuole una pace duratura…
La provocazione a Europa e Nato
Entrando nel merito di quella che sembra essere una improbabile tregua, Putin incalza: “Chi la dichiarerà? Chi la farà rispettare, su un confine di duemila chilometri?”, quasi a stuzzicare Europa e Nato che non hanno escluso l’ipotesi inviare proprie truppe in Ucraina per gestire questa fase.
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