Putin non più soltanto il “nuovo Zar”, la spia o il teppistello cresciuto in strada a Leningrando, non più il nostalgico dell’Unione Sovietica. Putin anche irrazionale, paranoico, perfino impazzito animato da un comportamento sospetto. Le intelligence dei Paesi occidentali da giorni si stanno sforzando di valutare lo stato di salute mentale del Presidente della Russia che ormai da nove giorni ha lanciato la sua operazione per “smilitarizzare” e “denazificare” l’Ucraina. La guerra impazza, gli scontri si fanno sempre più duri mentre in negoziati non hanno portato a sostanziali passi avanti. Anche perché Putin non accetta alcun compromesso sulle sue condizioni: riconoscimento della Crimea, neutralità di Kiev fuori dalla Nato, demilitarizzazione dell’Ucraina. Solo ieri ha ribadito che ulteriori sanzioni da parte dell’Occidente non potranno che “esacerbare” la situazione.

Capirci di più, in questa vicenda, è diventata una priorità degli 007 occidentali per prevedere e replicare alle mosse dello “Zar” di Mosca. Si scrive da giorni sui media di come si parli, nelle cancellerie di tutto il mondo, della salute mentale del Presidente russo dopo l’annuncio dell’invasione. Esperti dell’intelligence americana, secondo la CNN, avevano osservato come il comportamento del presidente sia diventato di recente “sempre più imprevedibile, erratico e irrazionale”. Dopo 90 minuti di colloqui con il Presidente della Francia Emmanuel Macron, l’Eliseo ha descritto un Putin molto “determinato” e anticipato che nella guerra in Ucraina “il peggio deve ancora venire”. Al ritorno dalla sua visita a Mosca – quella della fotografia del lunghissimo tavolo cui erano seduti i due presidenti – prima dell’invasione, Macron avrebbe trovato un Putin “più rigido, più isolato” secondo quanto trapelato dalla missione diplomatica.

“Tanti analisti pensano che durante il periodo covid non sia stato circondato da molte persone – il commento di Shane Harris del Washington Post – Sembra anche animato da tanti rancori nei confronti degli Stati Uniti e dell’Ucraina e da una forma di paranoia. Pensano anche che si trovi in una posizione che possa scatenarlo e portarlo ad agire più ferocemente con il suo esercito. Questo nel momento in cui dovesse sentirsi all’angolo e a corto di opzioni”. Secondo il reporter Putin sarebbe al momento circondato da un piccolissimo, strettissimo circolo di consiglieri. Quelli che ascolta di più. “Ogni volta che un leader è circondato da ‘yes man’, l’ambiente può diventare davvero pericoloso”. Prima dell’invasione, gli analisti delle intelligence degli Stati Uniti e del Regno Unito avevano valutato che i consiglieri più alti vicini a Putin non fossero onesti abbastanza su quanto difficile sarebbe stato invadere e conquistare l’Ucraina. “Oggi vediamo queste analisi nei fatti. È molto importante per i decision maker capire quale potrà essere il prossimo passo di Putin in maniera da ribattere alle sue mosse o prepararsi alle stesse”.

“Personalmente penso sia instabile, sono preoccupato per la sua lucidità mentale e il suo equilibrio”, ha osservato l’ex capo della National Intelligence James Clapper. Per l’ex ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca Michael McFaul sarebbe invece “completamente disconnesso dalla realtà. L’ho ascoltato, è sempre più folle nel modo in cui parla“. Per l’ex professore ed ex capo dipartimento del Moscow State Institute of International Relations (Mgimo) Valery Solovei, intervistato dal Daily Mail, Putin potrebbe soffrire di patologie mediche tenute nascoste all’opinione pubblica e che avrebbe nascosto la sua famiglia in un bunker antinucleare di lusso in Siberia. Vladimir Ashurkov, uno dei collaboratori di Alexei Navalny, attualmente detenuto in una colonia penale, ha fatto sapere che pensa che il presidente viva “in una versione di realtà autoindotta, molto revanscista, basata sul passato e sul trauma della dissoluzione dell’Unione sovietica”.

A pensare ai riferimenti alle misure di deterrenza messe in allerta da Mosca per ordine di Putin non può che aggiungersi terrore all’ansia di questi giorni. È però pur vero che Putin aveva già in passato espresso le sue idee sull’Ucraina, sui due popoli come un popolo solo, sulla sostanziale inesistente indipendenza di Kiev. E l’ultima volta l’anno scorso in un saggio pubblicato in estate. È forse che l’Occidente, a prescindere dalle analisi psicologiche a distanza, di Putin – uno dei leader più potenti al mondo, che dopo il referendum dell’anno scorso potrebbe rimanere al potere fino al 2036 – ci ha sempre capito poco. Tanti analisti americani valutano infatti la possibilità che Putin voglia mostrarsi instabile in modo da spingere Stati Uniti e alleati a dargli quello che vuole nel timore che possa fare anche qualcosa di peggio. È la strategia del “madman theory”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.