Il leader di Italia Viva ed ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi promette un’opposizione seria e rigorosa. Quella del centrodestra è “una vittoria netta e senza incertezze. Tocca alla destra governare, vediamo se sarà capace di farlo”, ha detto il senatore appena rieletto in un’intervista a Il Corriere della Sera. Dopo aver votato, domenica mattina con la moglie Agnese, è partito per Tokyo per partecipare ai funerali dell’ex premier nipponico Shinzo Abe.

Non credo che governeranno meglio di come abbiamo fatto noi, ma tocca a loro. Noi faremo un’opposizione più civile di quella che hanno fatto a noi. Civile ma durissima sui contenuti, dall’Europa ai valori”. È la seconda intervista in due giorni al leader del cosiddetto “Terzo Polo”, formato con Carlo Calenda, che ha raggiunto il 7,79% alla Camera e il 7,73% al Senato. Un risultato “strepitoso” per Renzi, “faremo la differenza”. Ha assicurato che con Calenda andranno avanti insieme, ha escluso qualsiasi passo indietro verso il Partito Democratico.

Renzi aveva rilasciato ieri un’intervista alla Cnn: “In Italia cambiamo il presidente del Consiglio quasi ogni anno, sfortunatamente. Abbiamo bisogno di cambiare le regole per garantire stabilità. Io ero contro Giorgia Meloni, siamo cresciuti insieme in politica ma siamo e saremo sempre rivali. Allo stesso tempo, penso che non sia un pericolo per la democrazia italiana”. Non esiste un rischio fascismo, come invece agitato da altri avversari di Fdi e come titolato spesso dai giornali stranieri. “Meloni è una mia rivale, continueremo a combatterci l’un l’altro, ma l’idea che ora in Italia ci sia un rischio di fascismo è assolutamente una fake news. Ha vinto le elezioni, in particolare perché il populismo molte volte ha vinto in Italia”. Concetto ribadito anche al Corriere: “Considero la Meloni pericolosa per il nostro portafoglio non per la democrazia”.

Di un’altra cosa è certo Renzi: del disastro del suo ex partito, il Partito Democratico. “Ha sbagliato tutto – ha detto a Il Corriere -. Poteva essere una partita giocabile se solo Letta non avesse sbagliato tutto dal primo giorno di campagna elettorale: l’ossessione di piccole vendette personali lo ha travolto. E adesso tutti dicono che Letta non ha la minima visione politica e che la leader-ship non è affar suo: troppo tardi, la frittata è fatta”. Letta non ha né abbracciato l’agenda Draghi “con noi e Calenda ma senza comunisti e verdi” né è tornato con il Movimento 5 Stelle: “Non ha fatto nessuna delle due scelte. La mediocrità di Letta unita all’incapacità di decidere una linea chiara ha consegnato il Paese alla destra”.

Scene di un “trash agghiacciante” invece quelle della gente che ha fatto la claque con le tessere del reddito di cittadinanza al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. “La verità è che c’è un pezzo di Mezzogiorno che vuol rimanere intrappolato negli stereotipi dell’assistenzialismo”. Considerazioni sullo stesso piano di quelle espresse da Carlo Calenda ieri in conferenza stampa: “Il Paese ha consapevolmente scelto di andare avanti sulla strada del populismo. C’è un paradosso, perché il 50% degli italiani dichiara di apprezzare l’operato di Draghi. C’è da riflettere sul fatto che apprezziamo Draghi e Mattarella e poi la maggioranza vota politici che rappresentano il modo opposto di fare politica. L’elettore è re in democrazia, ma questa dinamica che porta a votare chi urla di più, come fosse il televoto è quello che ha fatto declinare l’Italia. E’ un rischio mortale con la recessione e la guerra”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.