“Pagliaccio!”, “Buffone!”. E altri insulti all’indirizzo del ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. È partita così la ressa di questo pomeriggio che si è verificata in Senato. Tutto ha avuto inizio quando il ministro ha annunciato che il governo porrà la questione di fiducia sul Dl sicurezza (conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare). A quel punto i senatori leghisti hanno fatto partire la protesta. Che però è sfociata in una bagarre. “Calderoli Presidente!”, urlavano diversi leghisti invocando l’intervento dell’ex ministro leghista e attuale vice-presidente del Senato. Se governare a colpi di fiducia non è politicamente irreprensibile, reagire creando assembramenti in tempo di pandemia – mentre ancora si discute di misure e limitazioni per il periodo natalizio – non è più saggio di certo, e nemmeno d’esempio.

I parlamentari leghisti, a quanto riportato dalle agenzie, hanno circondato e creato un assembramento attorno ai banchi del governo dopo che D’Incà aveva annunciato la fiducia. Il relatore di minoranza Simone Pillon aveva appena terminato un acceso intervento. D’Incà ha dunque annunciato la fiducia. Il presidente di turno, Ignazio La Russa, che presiedeva la seduta, ha interrotto il ministro e sospeso la seduta. Dai microfoni rimasti aperti sembra che un senatore avesse chiesto di intervenire prima dell’intervento del ministro. La presidente dell’Aula Elisabetta Casellati ha convocato la conferenza dei capigruppo, per decidere quando votare la fiducia al decreto sicurezza, alle 17:30.

Altro che distanziamento sociale, insomma, come si può vedere da un video pubblicato dal capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama Andrea Marcucci. “Oggi la Lega in Senato voleva creare disordini. Stamani ci hanno provato con la bellissima notizia della liberazione in Libia. Oggi pomeriggio hanno provocato il caos che vedete perché vogliamo finalmente superare i vergognosi decreti Salvini sulla sicurezza. Questo è il clima che la Lega vuole imporre nelle Aule”, ha scritto Marcucci su Facebook. “Un vile atto di squadrismo parlamentare tollerato (chissà perché trattandosi di squadrismo, ma a ben pensarci si può anche immaginare il perché) dal presidente di turno Ignazio La Russa. Sdegno generale. Una cosa gravissima”, ha aggiunto il senatore dem Dario Parrini.

Narrazioni discordanti sull’episodio. Per Valeria Valente (Pd) i senatori leghisti hanno provato a impedire che “si completasse il procedimento”, “si sono avvicinati e hanno occupato materialmente i banchi del governo, impedendo a D’Incà di proseguire, e li stanno attualmente tenendo occupati”. Paolo Ripamonti (Lega): “Avevamo 3 ore e 45 minuti di discussione generale, e il ministro D’Incà ha deciso così, di punto in bianco, di porre la questione di fiducia per togliere tutta la discussione generale. Questo per noi è inaccettabile, almeno ci facessero discutere, la democrazia per loro è questo?”. Per il senatore del Carroccio il capogruppo Pd, Andrea Marcucci, e il senatore Pd, segretario d’Aula, Alan Ferrari, avrebbero “fatto i commessi invece di fare i parlamentari”, ma gli assistenti “sono gli unici che possono difendere la situazione, non i parlamentari, sennò diventa una rissa”.

I senatori della Lega stanno occupando i banchi del governo nell’Aula del Senato per protesta contro il voto di fiducia posto dal governo sul decreto Sicurezza prima che cominciasse la discussione sul provvedimento. Lo conferma il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo. “Abbiamo occupato perché il governo ci ha impedito di poter discutere il decreto, prima ancora che iniziasse la discussione. Quindi contro chi forza e chiude il dibattito parlamentare, rispondiamo occupando i banchi in Aula”.

Vito Califano

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