Altro che guerriglia. Altro che olio bollente e oggetti contundenti. Ancora una volta la propaganda della polizia penitenziaria e dei loro sindacati viene smontata dalle persone presenti sul posto. In questo caso, nel carcere di Bellizzi Irpino, ad Avellino, il garante dei detenuti Samuele Ciambriello ridimensiona quanto avvenuto nel pomeriggio di oggi nel corso di una protesta andata in scena al primo piano di una sezione vecchia dove sono reclusi i detenuti comuni.

Un piano dove sono presenti 50-52 carcerati e dove “4-5 di loro hanno inscenato una protesta per motivi diversi“. “Due detenuti – spiega Ciambriello – hanno protestato dopo aver ricevuto una sanzione disciplinare nei giorni scorsi”. Relazione comminata in seguito a un’aggressione a un medico e a un cellulare trovato in cella. “Altri due chiedevano invece di essere trasferiti da mesi” in un carcere dove più che il rafforzamento dell’organico degli agenti di polizia penitenziaria serve l’arrivo, come il pane, di figure sociali (a Bellizzi non c’è uno psichiatra) capaci di ascoltare, dialogare e capire le problematiche quotidiane che si vivono dietro le sbarre.

Tornando alla “rivolta”, la quasi totalità dei detenuti presenti al primo piano della sezione comune è rientrato in cella poco dopo. I 4-5 protagonisti invece della protesta verranno invece trasferiti nelle prossime ore. Nessuno di loro, tuttavia, avrebbe utilizzato oggetti contundenti o olio bollente per minacciare gli agenti penitenziari.

Tutto è nato quando sono state notificate ai pochi detenuti in questione le sanzioni disciplinari relative ai comportamenti scorretti dei giorni scorsi. Ne è scaturita una protesta all’interno delle stesse celle poi estesa nel corridoio esterno ma non sarebbe stata registrata alcuna colluttazione con gli agenti presenti. Due poliziotti, tuttavia, stando a quanto riferito dai sindacati di polizia penitenziaria sarebbero rimasti feriti e portati in ospedale.

Sul posto, oltre a un gran dispiegamento di forze dell’ordine (polizia, carabinieri e guardia di finanza) e al garante regionale Ciambriello anche il procuratore di Avellino Domenico Airoma, il magistrato di Sorveglianza Francesca De Marinis, il provveditore campano delle carceri Lucia Castellano. “Il vero malessere in questo carcere, dove 15 giorni fa un detenuto che chiedeva il trasferimento è salito sul tetto in segno di protesta, è che mancano figure di ascolto” osserva Ciambriello che ricorda come lo scorso anno sono stati registrati ben 1200 episodi di autolesionismo all’interno delle carceri.

La notizia della conclusione della rivolta è stata confermata dalla direttrice dell’istituto, Concetta Felaco, che ha portato avanti la trattativa con i detenuti. Dopo le notizie sulla rivolta, numerosi familiari degli ospiti del carcere sono giunti ad Avellino.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.