Il sì a Draghi e le giravolte del Carroccio
Salvini e la svolta europeista: dalla giravolta sui migranti alla ‘cacciata’ dell’ultradestra alleata a Bruxelles
Matteo Salvini folgorato sulla via di Mario Draghi. Per opportunità politica o per reale convincimento e abiura delle precedenti mosse, il leader della Lega da sabato ha messo in atto una repentina svolta in salsa europeista dopo la scelta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di incaricare l’ex numero della Banca centrale europea di formare un governo di “alto profilo”.
Una svolta continuata anche oggi. L’ex ministro dell’Interno, fautore della linea dura sull’immigrazione quando era al governo con il Movimento 5 Stelle, nell’ottica di un governo con Draghi si è esibito oggi in un carpiato d’autore. Sul tema immigrazione noi proporremo l’adozione della legislazione europea. A noi va bene che l’immigrazione in Italia sia trattata com’è trattata in Francia e in Germania. Con le stesse regole”, ha detto in un punto stampa a Milano Salvini ad una domanda sull’autorizzazione allo sbarco in Italia della nave Ong Ocean Viking.
Ma a sposare l’europeismo è, d’un tratto, l’intera Lega. Il clima cambiato all’interno del Carroccio emerge da una forte polemica nata oggi con gli alleati (ex?) all’interno del gruppo Identità e democrazia (Id) al Parlamento europeo, gli ultranazionalisti tedeschi di Alternative fur Deutschland.
Venerdì il vice presidente del gruppo parlamentare ed esponente dell’Afd Jorg Meuthen aveva accusato il premier incaricato Mario Draghi di essere “grande maestro in materia di debiti” al quale “si affida” lo Stato italiano per “rendere felici gli italiani con i tanti miliardi” che dovrebbero arrivare con il Recovery fund. Un attacco a tutto tondo quello di Meuthen, che rinfaccia a Draghi il ruolo di “portatore di una politica della Bce completamente sbagliata, responsabile dell’eccesso incontrollato di denaro nell’eurozona”. “Dovrebbe ora essere il grande salvatore dell’Italia? Questo è uno scherzo, anche se molto brutto, di cui i tedeschi, che devono pagare in larga misura l’intero conto, non potranno ridere”, ha rincarato l’alleato tedesco della Lega.
Parole che, usando un eufemismo, non sono piaciute all’eurodeputato del Carroccio Gianantonio Da Re. “Quando i tedeschi andranno fuori dalle scatole, porteremo le giostre e faremo la festa in piazza”, ha spiegato il segretario regionale della Lega nel Veneto, aprendo di fatto ad una ‘cacciata’ dei sovranisti tedeschi dal gruppo parlamentare europeo. “Mio padre era partigiano – ha raccontato all’Adnkronos Da Re – non combattente ma con funzioni di collegamento. Prima questi se ne vanno, meglio è“.
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