Nei prossimi mesi lo tsunami dell’intelligenza artificiale ci costringerà tra le altre cose a modificare o rivedere anche i nostri job title. L’espressione mutata dal lessico anglofono, che utilizziamo molto spesso solo per evitare il rischio di un sano provincialismo, non è null’altro che la descrizione del nostro ruolo nella società del lavoro.

Quello che ho scelto per me stesso è political data analyst, una definizione che mi è costata diversi anni di fatica per raggiungere una parvenza di credibilità e una facciata di reputazione. In verità, prima di adottarla ho provato anche a virare verso una soluzione che evitasse la versione inglese, ma quest’ultima rimane la più efficace per chi come il sottoscritto soccombe colpevolmente alla vanità di darsi delle arie e di raggiungere uno “standing” che vada oltre la provincia sannita. Però, considerato che la benedetta invasione dell’intelligenza artificiale generativa a breve manderà in soffitta il mio amatissimo job title, ho deciso di attrezzarmi per tempo e non farmi trovare impreparato.

Così tra il 31 dicembre di quest’anno e il 1° gennaio del prossimo, sui miei account social ne comparirà uno nuovo di zecca, in linea con le nuove richieste del mercato: sarò un prompt writer. E, detto sinceramente mi pare decisamente più affascinante rispetto al political data analyst. La traduzione letterale è quella di scrittore di suggerimenti e di comandi, cioè per dirla diversamente, chi riesce a sfruttare la propria capacità creativa e di comunicazione nel formulare dei prompt, cioè delle richieste specifiche per stimolare i modelli linguistici di intelligenza artificiale. Lo scrittore di prompt è impegnato quindi a creare suggerimenti che siano coinvolgenti ed efficaci e che sappiano ispirare risposte creative o originali dall’IA, riuscendo così a esaltare e non ridurre a semplice comando operativo l’arte dello scrivere.

Gli esperimenti con Grok su X

Allora, da novello prompt writer ho provato a inondare Grok, l’intelligenza artificiale che Elon Musk ha integrato da qualche settimana alla piattaforma X, con alcune richieste che riguardavano i leader della politica italiana, cercando di immaginare per ognuno di loro una collocazione in un contesto narrativo del tutto opposto ai rispettivi posizionamenti, allo scopo di comprendere quanto il risultato possa essere credibile e, non di meno, fargli vedere da una prospettiva artificiale la visione del mondo che spesso contrastano.

Salvini e i migranti

Come primo prompt ho chiesto a Grok di “disegnarmi Matteo Salvini insieme ai migranti su un barcone alla deriva”. Il risultato mi sembra decisamente passabile. Con il secondo, invece, ho chiesto di poter vedere “Giorgia Meloni che sfida sul carro al Gay Pride di Roma”. Anche in questo caso come in quello con Salvini, l’immagine generata dall’intelligenza artificiale è assolutamente verosimile. Con il terzo tentativo il prompt ha dato dei risultati non efficaci quanto i due precedenti, fino a quando non ho inserito nella barra dei comandi quello giusto: “disegnami Giuseppe Conte e Beppe Grillo sul palco del comizio e la gente che li applaude”. Qui, è indubbio che la foto disegnata da Grok, sfruttando tutto quanto noi riversiamo in rete e che l’algoritmo ingurgita e rielabora per rendere quanto più rispondente alla realtà e alle nostre attese i risultati, ha fatto un discreto lavoro.

L’abbraccio tra Schlein e Musk

In questo gioco-esperimento non potevano non trovare posto anche gli altri leader, a cominciare dal segretario dem Elly Schlein. Nel suo caso, la mia fantasia di prompt writer mi ha spinto a scrivere un comando che al momento è pura fantasia, tant’è ho chiesto di “disegnarmi Elly Schlein che abbraccia – nientepopodimeno – che Elon Musk”. Ma, a dispetto di una inziale incredulità il risultato è davvero straordinario.

In ultimo, ma non per ultimo, ho chiesto a Grok di generarmi forse l’immagine più complicata di tutte quelle finora realizzate: “disegnarmi Matteo Renzi e Carlo Calenda che si sfidano a braccio di ferro”. Adesso, sarà per una combinazione non voluta o per una scelta consapevole, ma è curioso quanto interessante vedere che nell’immagine prodotta si vede il gomito del senatore Renzi che non poggia perfettamente sul tavolo, un escamotage che nella realtà gli avrebbe portato un vantaggio determinante per vincere la resistenza dello sfidante.

Avatar photo

Domenico Giordano è spin doctor per Arcadia, agenzia di comunicazione di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight dei social e della rete. È socio dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Quest'anno ha pubblicato "La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni (Graus Edizioni 2023).