Da ieri siamo tutti sotto check-up. Il conto alla rovescia organizzato dalle direzioni generali della programmazione e della prevenzione del ministero della Salute durerà almeno due settimane per scoprire a che punto è la battaglia contro il Coronavirus. Un controllo che parte su base nazionale, ma che si spezzetta a livello regionale o locale: è caccia ai “focolai”, un controllo a tutto campo sull’assistenza territoriale e ospedaliera, si verifica la salute degli anziani ospitati nelle residenze sanitarie assistite e negli ospizi. Il via alla sospirata fase 2 ci coinvolge tutti impegnando cittadini, medici, forze dell’ordine per stabilire se raggiungiamo valori di “soglia” o di “allerta”.

Un salto a ostacoli contro il Coronavirus che dai dati informatici, aggiornati in continuazione, autorizzerà governo, regioni e sindaci a confermare la libera uscita o a ripristinare la quarantena. Fabbriche e attività commerciali hanno rialzato le serrande. Negli ospedali, nei policlinici e negli ambulatori sono tornati i pazienti. “Da qualche giorno – conferma il direttore della chirurgia del Monaldi, Diego Cuccurullo – abbiamo ripreso, in via sperimentale, l’attività operatoria”. “L’auspicio – avverte Maurizio Di Mauro, direttore generale dell’azienda dei Colli – è che non ci sia un ritorno del Coronavirus che renderebbe tutto più complicato”. Superata la prima paura si riempiono i corridoi dei pronto soccorso: ieri nel Cardarelli la media di cittadini che chiedevano assistenza era nuovamente vicina alle 150 persone. Identico l’impatto nelle strutture ospedaliere dell’Asl cittadina e nei dieci distretti.

Anche sul territorio, seguendo le direttive della Regione, la sanificazione dei locali ha preceduto l’arrivo dei pazienti: agli ingressi sono stati sistemati dosatori di gel disinfettante ed è stato fatto in modo che non si creassero file né assembramenti nelle sale d’attesa limitando il numero di persone presenti. Sono stati creati particolari percorsi con segnaletica e cartellonistica. Per due settimane siamo sotto osservazione da parte del Ministero della Salute per capire se il Covid-19 ci ha concesso una tregua o se usciamo vincenti da questa battaglia. “Perciò sono validissime le disposizioni del governatore De Luca – conferma Rosanna Ortolano, responsabile del dipartimento prevenzione dell’Asl Napoli 1 centro – In strada e in auto per tutti è obbligatoria la mascherina; nelle strutture sanitarie e sui mezzi pubblici vanno indossati obbligatoriamente i guanti in lattice. E ovunque si deve rispettare il distanziamento sociale di almeno un metro”.

Ventuno indicatori segnalano di minuto in minuto eventuali problemi. I primi sei sono di monitoraggio per stabilire quanti sono i sintomatici monitorati in un mese, quanti i ricoverati, i curati in terapia intensiva, una check list settimanale si occupa delle strutture residenziali e di quelle con criticità. Il secondo gruppo di indicatori riguarda gli accertamenti diagnostici. Tamponi a casa, sul territorio, in ospedale; inizio sintomi e isolamento, rapporti con operatori professionali seguiti da quarantena e isolamento e avvio di indagini epidemiologiche sui contatti stretti. Il terzo step, con altri nove indicatori, serve a valutare la stabilità di trasmissione del virus e la tenuta dei servizi sanitari all’assalto della pandemia.

Si studiano i casi riportati dalla Protezione Civile, quelli di inizio della sintomatologia e dell’ospedalizzazione, si individuano “focolai” rappresentati da almeno due casi collegati tra loro o da un aumento inatteso del numero dei positivi in un tempo e in un luogo definito, senza escludere gli accessi al pronto soccorso, i ricoveri in terapia intensiva o in normali reparti riservati al Covid. “Mascherine e guanti sono indispensabili – raccomanda Rosanna Ortolano – Fondamentale rispettare le norme igieniche a casa e in ufficio, cambiarsi scarpe e abito quando si torna a casa, lavarsi spesso bene le mani ed evitare uscite inutili”.