La segretaria dem
Schlein sbanda ancora su Gaza per amor di Kefiah e del mainstream mediatico

Ieri Elly Schlein ha esultato per l’accordo raggiunto in Medio Oriente (incrociando le dita), ma al tempo stesso si è detta dispiaciuta per le tempistiche: “Purtroppo, che arrivi così tardi, non cancella la devastazione e il massacro di quasi 50mila palestinesi. Non dimentichiamoli”. E ha lanciato un appello anche per non cancellare l’orrore del Sabato Nero, come se bastasse una dichiarazione di facciata: “Non dimentichiamo le persone uccise da Hamas a ottobre. Se un accordo c’è, si lavori perché sia permanente, vengano liberati gli ostaggi e si appurino le responsabilità sui crimini di guerra. L’accordo è un primo passo”.
Peccato che il Partito democratico in questi 15 mesi abbia ignorato gli ebrei trucidati nel rave del 7 ottobre e torturati nei tunnel di Gaza. I dem non hanno mai pronunciato una chiara parola di condanna contro Hamas, Hezbollah e Iran, che in questo arco temporale hanno lanciato circa 30mila missili e droni contro Israele. Un paese che, se non disponesse del sistema di difesa antiaereo Iron Dome e di una rete capillare di rifugi pubblici e privati, ora sarebbe un cumulo di macerie.
Schlein parla del massacro di quasi 50mila palestinesi, un numero perfino maggiore di quello fornito da Hamas. Si allinea così a quel curioso e indegno mainstream mediatico, che non distingue mai i civili veri dai terroristi delle brigate al-Qassam. Ma i loro combattenti non vengono mai conteggiati, sia mai che facciano scricchiolare la tesi del genocidio. È il caso di ricordare qualche informazione che evidentemente è sconosciuta a Largo del Nazareno.
La Striscia di Gaza è un territorio di 365 chilometri quadrati. Fonti dell’Idf sostengono che nel suo sottosuolo ci siano dai 460 ai 700 chilometri di tunnel. Ma consideriamo pure questo dato esagerato. Prendiamo per buono, allora, quello vantato da Sinwar nel 2021: 300 chilometri. È la lunghezza della metropolitana di New York. Queste gallerie sono state scavate in una dozzina d’anni con i soldi dell’Onu e della Ue. Soldi vincolati alla costruzione di infrastrutture urbane, case, scuole e ospedali. Schlein sa che ai palestinesi civili (quelli veri) era ed è vietato rifugiarsi in quelle gallerie durante i bombardamenti (di solito annunciati con due ore di anticipo dall’Idf)?
L’auspicio è che l’accordo – come sostiene la segretaria del Pd – sia un primo passo. Un primo passo verso una pace stabile e duratura. E anche un primo passo verso la maturazione, nel suo partito, di una posizione più autonoma e più saggia sulla questione mediorientale. Anche a costo di perdere qualche consenso nel “popolo della kefiah”. Sicuramente ne conquisterebbe uno ben maggiore.
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