Un nuovo appello al boss Matteo Messina Denaro affinché si esprima sulla scomparsa di Denise Pipitone, la bimba di 4 anni scomparsa da Mazara del Vallo (Trapani) il primo settembre del 2004. A rivolgerlo in diretta tv è la sua amica e compagna di chemioterapia alla clinica La Maddalena di Palermo dove l’ultimo capo stragista di Cosa Nostra è stato arrestato dai carabinieri del Ros il 16 gennaio scorso dopo ben 30 anni di latitanza.

Nel corso della trasmissione “Non è l’Arena” condotta da Massimo Giletti, la donna ha invitato Messina Denaro a “vestirsi di umiltà, a pensare a tutte le persone che gli possono volere bene tra parenti e amici“. Persone che devono aiutarlo a riflettere e a indurlo “a parlare, collaborare” per “aiutare quelle persone che ancora possono avere bisogno del suo aiuto, non ultima la faccenda che riguarda la bambina che in quella realtà territoriale è venuta a mancare”.

Il riferimento, così come confermato dalla stessa amica del boss (che in realtà pensava di avere a che fare con Andrea Bonafede, la falsa identità che utilizzata Messina Denaro) è al caso della piccola Denise. “Può dare un grande aiuto a quella famiglia che sta cercando ancora una verità sulla bimba sparita, quella è una faccenda che è accaduta, lì c’è ancora una grave voragine aperta in una mamma e in un papà che non sanno se questa bimba c’è, non c’è, dov’è e cosa fa“.

Secondo la donna, Messina Denaro “per quello che gli viene attribuito possa e debba sapere cosa può essere accaduto a quella bambina. Potrebbe – sottolinea – quantomeno redimire delle colpe che ha provando ad aiutare una famiglia che ancora soffre per la mancanza di una creatura. Questa è una preghiera che certamente gli farei e vorrei che gli arrivasse”.

In sostanza il ragionamento, secondo familiari della piccola e persone che vivono nella provincia di Trapani, è il seguente: il boss stragista non può non sapere che fine ha fatto Denise, sparita in una zona di sua competenza, dove controllava tutti gli affari illeciti. Dopo il suo arresto, anche Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori di Denise Pipitone, hanno lanciato un appello al boss: “Chiediamo allo Stato italiano, ai magistrati che se ne prenderanno carico. Dopo tutti gli accertamenti e le doverose domande di rito al boss Matteo Messina Denaro, qualcuno cortesemente chieda al boss, se in qualche modo ha avuto notizie sul sequestro di nostra figlia Denise? Grazie”.

La piccola Denise Pipitone scomparve da Mazara del Vallo il 1 settembre 2004. Dalle indagini sul caso non è mai emerso chiaramente se ci fossero connessioni con l’ambiente mafioso, che si sia trattato di sequestro o rapimento. Ma la mamma di Denise chiede che non sia tralasciato alcun indizio o elemento. E spera che il boss che da 40 anni gestiva il triangolo tra Castelvetrano, Marsala e Trapani, la zona vicina a Mazara del Vallo, da cui è scomparsa la piccola, possa sapere qualcosa, qualsiasi cosa. Un uomo che sapeva tutto quello che accadeva in quelle zone, possibile che sapesse qualcosa della scomparsa della piccola svanita nel nulla mentre giocava fuori casa sua 19 anni fa? È questo che si domanda Piera Maggio.

Negli anni si sono susseguite segnalazioni e aperture e chiusure di piste e indagini finite sempre con un nulla di fatto. Negli ultimi mesi è tornato sotto i riflettori per alcune rivelazioni fatte dall’ex pm Maria Angioni che all’epoca seguì le indagini. Oggi si è aperto il processo che vede imputata l’ex pm Angioni, accusata di false informazioni al pubblico ministero. L’ ex giudice, che nei mesi scorsi si è dimessa dalla magistratura, avrebbe mentito alla Procura di Marsala che, proprio dopo le dichiarazioni da lei rese ai media, riaprì le indagini sulla scomparsa di Denise.

Secondo quanto ricostruito all’Ansa, l’ex pm in diverse apparizioni tv, aveva denunciato presunti depistaggi dell’inchiesta originaria, per questo venne sentita dai colleghi siciliani. Le rivelazioni da lei confermate nel corso delle sommarie informazioni, però, vennero sistematicamente smentite dagli accertamenti fatti. Da qui l’accusa di false informazioni. Oggi l’udienza è cominciata con il deposito da parte della Procura di Marsala di nuovi documenti il processo, celebrato davanti al giudice monocratico, Giusi Montericcio, che vede imputata l’ex pm Maria Angioni.

Nel 2021 la procura ha aperto anche una nuova inchiesta su Anna Corona, ex moglie del padre di Denise, e Giuseppe Della Chiave. Corona è anche la madre di Jessica Pulizzi, sorellastra della bimba, processata e assolta in via definitiva dall’accusa di sequestro di persona. Della Chiave è invece il nipote di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto, oggi defunto, che aveva spiegato di aver visto la piccola Denise in un capannone di Mazara del Vallo in braccio al giovane intento a fare una telefonata.

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.