Pubblichiamo scritti e pensieri inediti, che Bettino Craxi, ad Hammamet, scrisse a metà degli anni ’90. Archivio Bobo Craxi.

Hammamet – (…) Feci lo sforzo in piena convinzione, di avviare a sciogliere il nodo che noi tutti, socialisti e comunisti, avevamo ereditato dalla storia del movimento socialista e dalle sue divisioni e con il quale, per tutta la mia vita politica, io stesso mi sono trovato alle prese. Mi riproposi in termini nuovi questa questione, subito dopo la caduta del Muro di Berlino. Sull’Avanti! già nel 1990, infatti scrivevo: “La grande politica si fa assai meglio con i grandi processi di unità, che non con le divisioni e le scissioni (…). Non una generica unità della sinistra, nella cornice di inconcludenti proposte di alternativismi confusi, ma l’Unità Socialista, perché da essa possa nascere una grande forza socialista, democratica, europea ed internazionalista. Di fronte alla crisi verticale della ideologia e dei sistemi comunisti, noi avevamo subito assunto una linea aperta, costruttiva, consapevole del nostro ruolo e del nostro dovere storico. Abbiamo lanciato la parola d’ordine dell’Unità socialista che è ad un tempo un programma politico ed una prospettiva d’avvenire. L’Unità socialista, l’unità dei socialisti provenienti da esperienze e tradizioni diverse, è la prospettiva per la quale continueremo a lavorare. (…)”

In un discorso alla camera del 18 aprile 1991, ripetevo questa mia convinzione: “Noi continueremo a lavorare nel Paese, in un dialogo aperto con forze di ispirazione socialista, democratica, laica, ecologista, per delineare una prospettiva d’avvenire imperniata innanzitutto su di una concentrazione di forze progressiste raccolte sotto l’insegna dell’Unità socialista” (…) un problema della storia, una questione attuale, una prospettiva d’avvenire. Parlando a Livorno nel settembre del 1991 dichiaravo: “Qui a Livorno si consumava sotto la pressione di Mosca la divisione del Psi. Ora si è aperta la possibilità di superare quella divisione, di chiudere un capitolo della storia, di aprirne uno nuovo nel segno del socialismo democratico. E’ ciò che ci proponiamo di fare. E’ ciò che ci auguriamo di riuscire a fare. (…) Viviamo in tempi di cambiamenti straordinari che sollecitano cambiamenti straordinari. Il formarsi di una grande forza riformista non potrebbe che fortificare il sistema democratico ed imprimere un nuovo impulso al rinnovamento ed al progresso della società italiana”.

(…) Non si trattava di una impostazione né arrogante, né craxista, né degenerata, né equivoca, e neppure una pretesa di egemonia. Qualcuno potrà semmai dire, viste le cose come poi sono andate, che era un’idea astratta, il frutto di una beata illusione. Quello che è successo dopo non tutti lo sanno con esattezza, mentre sarebbe bene che tutti lo sapessero ed io, per parte mia, cercherò di contribuire ancora alla migliore comprensione dei fatti e delle responsabilità. (…)