Il Parlamento Ue contro il governo
Soldi del Pnrr e diritti dei gay, l’Europa prende a schiaffi l’Italia della Meloni

Ieri l’Italia ha preso un altro schiaffo dall’Europa. Sulla questione dei diritti dei gay. In particolare della possibilità per una coppia omosessuale, anche di maschi, di avere un figlio con la cosiddetta gestazione per altri (che la destra chiama “utero in affitto“) e di poterlo riconoscere. I sindaci italiani, da diverso tempo, non fanno obiezioni e riconoscono i due padri. E quindi i loro diritti e i diritti del bambino. Il governo di destra però è recentemente intervenuto per proibire ai sindaci la trascrizione del doppio genitore.
Il Parlamento europeo ieri ha approvato un emendamento di condanna contro l’Italia perché non rispetta i diritti degli omosessuali. Una vera umiliazione per Roma. Non è una cosa che succede spesso che il Parlamento europeo condanni un governo aderente all’Unione. Credo sia successo solo una volta ai danni dell‘Ungheria di Orban.
L’altro giorno il ministro Fitto ha spiegato ai politici e ai giornalisti che probabilmente l’Italia non riuscirà a fare tutte le cose che deve fare per incassare la nuova rata del Pnrr, cioè i soldi stanziati dall’Europa per la ripresa economica, che possono però essere erogati solo ai paesi che rispettino i programmi. Fitto dice che l’Italia non ce la fa a rispettare i programmi che si è data, e perderà quei soldi.
Eppure Draghi aveva lasciato tutte le cose in ordine. Come ha potuto questo governo, in pochi mesi, incasinare tutta la situazione? Qui non è questione di destra o sinistra, c’è un problema di strategie e anche di tattiche. Serve un governo saggio e all’altezza dei problemi.
Per esempio ci si domanda: sicuri che nel fuoco della crisi economica e sociale bisognava fare una legge per proibire i rave, una legge per ostacolare i soccorsi in mare, proporre una legge per abolire il reato di tortura, cancellare dei pezzi importanti della riforma Cartabia, e ora proibire alle famiglie gay di essere riconosciute al completo? Sicuri che i problemi non fossero altri, e che con quelle leggi, oltretutto, non ci si sia inimicata un’Europa che non ama troppo le svolte reazionarie, e che assai probabilmente sarà meno generosa con un’Italia revanscista e un pochino oscurantista?
Giorgia Meloni, tra le novità della sua stagione di governo, ha introdotto l’uso della parola Nazione (quella che usava Mussolini) al posto di Paese (quella di De Gasperi, Nenni, Togliatti ed Einaudi). Bene. Fin qui però la “Nazione” ha ottenuto solo di essere sbertucciata. Non è un gran risultato. Il paese di Draghi era parecchio più prestigioso.
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