L'omicidio di Mauro Cologno nel foggiano
Sparatoria al lido, parcheggiatore abusivo freddato davanti alla spiaggia gremita di turisti
I colpi esplosi all’ingresso dello stabilimento balneare non hanno lasciato scampo a Maurizio Cologno. L’uomo è stato ucciso, freddato a pochi metri dallo stabilimento a Marina di Lesina, in provincia di Foggia, dove si è scatenato il panico tra i bagnanti. Sul posto è giunto il personale del 118 ma per l’uomo non c’è stato niente da fare. Sull’omicidio indagano i carabinieri del comando provinciale di Foggia.
Lo stabilimento balneare era l’Holiday in località Punta Pietre Nere. Cologno era di San Severo, aveva 52 anni, pare facesse da da parcheggiatore abusivo davanti al lido. Era noto alle forze dell’ordine per precedenti contro il patrimonio e in materia di spaccio. È stato freddato da cinque colpi d’arma da fuoco. I testimoni hanno raccontato di aver sentito le urla e di aver visto l’uomo a terra.
Al vaglio dei militari le immagini che sarebbero state registrate dalle telecamere di sorveglianza presenti in zona per ricostruire la dinamica dell’accaduto e individuare il responsabile. Gli investigatori al momento, riporta l’Ansa, avrebbero escluso legami con la criminalità organizzata.
“La misura è colma. A Roma non si può pensare che solo perché una cosa è accaduta a Foggia, debba essere accettata o minimizzata. Non ne possiamo più. Foggia e la sua provincia non hanno più pazienza”, ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, con riferimento all’omicidio.
“Un altro efferato omicidio consumato davanti ad una spiaggia gremita di turisti. Sono anni che chiedo ai Ministri dell’interno succedutisi nel tempo di prendere molto sul serio ciò che accade nella provincia di Foggia, come negli ultimi venti anni è avvenuto per le altre province pugliesi. Ma ogni volta siamo nuovamente qui a commentare un efferato e spettacolare omicidio perpetrato con modalità mafiose per intimidire e indurre all’omertà la nostra comunità, per poterla più facilmente assoggettare utilizzando la forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo criminale”.
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