La foto 'scontata'
Starmer e il ritorno al tavolo con i leader europei per una nuova Comunità snella e capace di replicare a Putin e Trump

La strigliata di Mario Draghi e una foto. Partiamo dall’immagine scattata all’Eliseo; molti commentatori si sono fermati al volto imbronciato della Premier Meloni comparato a quello sorridente del Presidente Costa. Dettagli e colore. Per primo Paolo Giacomin su Quotidiano Nazionale ha notato l’unica, vera e autentica novità di quell’inedito format. La presenza del Premier inglese Starmer al tavolo con i principali leader europei e i vertici comunitari. Un’immagine da pre-Brexit che è passata come “scontata”.
Ma scontata non lo sarebbe stata sino all’insediamento di Trump e alle parole da lui riservate al Canada che resta pur sempre membro del Commonwealth e ha quindi al suo vertice l’attuale regnante inglese Carlo. Cose che per un tritasassi come Trump poco contano, ma a Downing Street sì. Per la foto per ora fermiamoci qui. Arriviamo all’ex Premier italiano e alle “frustrate” tirate nell’emiciclo del Parlamento Europeo concluse con un “fate qualcosa”. Sappiamo bene che nel perimetro degli attuali Trattati, delle regole barocche – prima fra tutte la folle unanimità che ancora oggi prevale nelle decisioni del Consiglio – nel brevissimo periodo è impossibile fare qualcosa, prendere qualsiasi decisione, fare un salto in avanti. Le Istituzioni comunitarie- volente o nolente- sono imballate.
Cosa fare quindi di fronte alla folle dinamicità di Trump, da una parte, e Putin, dall’altra, che nell’arco di poche ore prendono decisioni e cambiano gli assetti? È ora quindi tempo di tornare alla foto dell’Eliseo. E se Macron – senza neanche troppo pensarci – avesse attovagliato una nuova soluzione? Se la Comunità Europea di Difesa non può trovare immediata soluzione all’interno degli attuali perimetri comunitari perché non costituirla ex novo – con il Regno Unito- andando a immaginare un veloce e snello Trattato da porre all’immediata ratifica dei Parlamenti nazionali dei Paesi che intendono subito aderire? Una Comunità parallela a quella comunitaria che può vedere la presenza di tutti – o no – i ventisette (giusto per evitare i blocchi di Orban e Fico) e che veda un doppio Consiglio, sia politico, sia militare.
Per la parte politica una presidenza a rotazione di sei mesi e voto a maggioranza. Per la parte militare un vertice annuale a rotazione. E il futuro dell’Alto Rappresentante Kallas? Manterrebbe il proprio ruolo di politica estera per i 27 Paesi comunitari e potrebbe sedere come membro UE nel Consiglio politico della neonata Comunità Europea di Difesa. Torniamo a Mario Draghi e alla sua fosca, ma vera, previsione: la difesa di Kiev resterà in capo all’Europa. Non all’Unione Europea. Ma all’Europa. E il Regno Unito con l’arsenale militare che possiede è attore fondamentale per una prossima Comunità Europea di Difesa. Impariamo la lezione maturata nel tempo. Non uccidiamo l’Europa con la burocrazia e i tecnicismi. Creiamo una nuova Comunità snella capace di rispondere subito alla sfida doppia che viene dagli USA di Trump e dalla Russia di Putin. E se poi sarà il primo passo per rivedere in toto le fondamenta dell’Unione Europea tanto meglio.
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