Ieri vi abbiamo raccontato di come una porzione dell’area che ospita l’ospedale di Gerace mai messo in funzione sia stata data in comodato d’uso esclusivamente per ragioni di sicurezza al dottor Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro.  Oggi vogliamo raccontarvi la storia di questa cattedrale del deserto che, tra rimpalli di responsabilità, appelli e petizioni ai politici di turno, e burocrazia lenta, giace in uno stato di degrado e pericolo per la pubblica incolumità. Lo facciamo grazie all’avvocato Anna Condò, legale del Comune per questa vicenda, che da anni, sia come cittadina sia come professionista, si batte affinché la struttura torni nelle disponibilità dell’amministrazione della piccola e graziosa città.

Il complesso ospedaliero nasce nel 1974, quando il sindaco era il senatore Fimognari, e viene ospitato nel Monastero di Palazzo S. Anna; ma le radici della costruzione della struttura in via Largo Piana, di cui abbiamo scritto ieri, affondano nel 1977, tuttavia i lavori di completamento vengono sospesi a causa di un procedimento penale che comportò fino al 1994 il sequestro dell’opera. Il presidio ospedaliero – come ci dice l’avvocato – “rappresentava l’unico centro di eccellenza dell’Italia Meridionale, essendo concepito come struttura di lungodegenza, riabilitazione e day hospital sul modello dell’Antonini di Firenze”. Nel 1996 il Comune di Gerace trasferiva l’immobile del Nuovo Ospedale in perfette condizioni alla Asl 9 di Locri.

Dopo cinque anni 10 miliardi di lire vengono inseriti nel bilancio di previsione regionale destinati alla Asl, su iniziativa dell’onorevole Giuseppe Pezzimenti attuale primo cittadino di Gerace, per riattivare il presidio ma nulla accade e “nulla si è successivamente saputo – prosegue Condò – circa la loro effettiva destinazione da parte dell’Ente Regione”. Nel 2004 il sindaco di Gerace, dottor Galluzzo, accoglie la proposta del Ministero della Giustizia di trasformare la struttura in un Centro Psichiatrico per la cura mentale dei detenuti ma l’accordo di programma non viene firmato dall’assessore regionale alla salute del tempo.

Arriviamo nel 2007 quando il Piano Sanitario Regionale opta per la dismissione della struttura a fini sanitari arrecando la motivazione che il Presidio Ospedaliero di Gerace “non possiede un bacino di utenza sufficiente a giustificarne il mantenimento della destinazione a funzioni sanitarie”. Su questo dissente l’avvocato Condò, insieme ad altri cittadini e alla amministrazione comunale, perché “non è una giustificazione valida, anzi è un insulto alla intelligenza degli abitanti di Gerace. Oggi i tempi sono cambiati – continua il legale – le strutture riabilitative private accreditate presso la Regione sono nate come funghi nella locride. Forse è questo il reale motivo per cui il presidio di Gerace non soddisfa il parametro costi-benefici?”. Per questo nel 2008 circa 1000 cittadini geracesi firmavano una petizione popolare, come da Statuto della Regione, indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale, a quello della Giunta e all’Assessore alla Salute per chiedere i motivi della soppressione e per sapere se la Regione intendesse restituire la struttura al Comune, come da richiesta formale.

Gli organi regionali non risposero e nel 2008 venne impugnato il silenzio rigetto dinanzi al Tar di Catanzaro che nel 2009 dichiarava la legittimità del silenzio sulla petizione. E arriviamo ai giorni nostri: nel 2019 la gestione dell’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria viene affidata ad una Commissione Straordinaria.  Ad essa l’avvocato Condò invia diverse pec su incarico del Comune di Gerace per chiedere la restituzione del polo ospedaliero, e a sua volta la Commissione chiede un parere alla Regione Calabria e un incontro tecnico. La Regione, allo stato, oggi come prima non ha risposto nulla. Adesso quindi quel terreno e il nuovo complesso ospedaliero sono censiti nel Patrimonio indisponibile dell’ASP di Reggio Calabria, ma “in realtà – conclude l’avv. Condò – il procedimento amministrativo di trasferimento della proprietà iniziato dal Comune di Gerace nel 1996 non si è concluso con la trascrizione della delibera regionale presso la Conservatoria dei Registri immobiliari di Reggio Calabria. L’unico atto trascritto è l’acquisizione della proprietà a favore del comune di Gerace nel 1977 e pertanto in applicazione dei principi civilistici inoppugnabili l’immobile è ancora di proprietà comunale”.

Ma come ha detto ad un giornale locale il dottor Gratteri, rispondendo ai nostri articoli, “la concessione del terreno non impedisce, in alcun caso, all’Autorità sanitaria di valutare il riammodernamento della struttura abbandonata. In quel caso, laddove venissero meno le esigenze di sicurezza, in conseguenza dell’utilizzo della intera proprietà pubblica, nulla osterebbe alla immediata cessazione del rapporto di comodato. Anzi ne sarei ben lieto”.  Siamo convinti che insieme al dott. Gratteri ne sarebbero ben lieti anche i cittadini di Gerace.