Gratteri (Procuratore di Catanzaro) , mi pare, conferma tutto. I commissari prefettizi hanno ceduto a lui (al canone di 8 euro e mezzo al mese per dieci anni) un terreno di quattromila metri quadrati (però nella delibera c’è scritto ottomila: qualcuno non dice la verità) che appartiene a un ospedale costruito e mai inaugurato, e sul quale si era pensato un tempo di realizzare ricoveri per anziani, e che poi era stato richiesto dal Comune di Gerace. Del resto ci aveva confermato tutto già per telefono il giorno prima. Nel corso di un paio di chiamate un po’ burrascose: poi ne parliamo meglio. Solo qualche piccola differenza. Ieri ci aveva detto che lui non aveva firmato niente. Sembrava di capire che la richiesta di assegnargli il terreno non fosse venuta da lui ma da prefetto, questore e altri. Ora corregge, e spiega che prefetto, questore e altri lo hanno indotto a chiedere quel terreno. Quindi la richiesta l’ha fatta lui. Va bene, piccole imprecisioni. Un po’ di imbarazzo, si capisce.

La ragione della richiesta? Difendersi da possibili attentati. Questo lo abbiamo già scritto. Anche perché noi siamo abituati, quando riceviamo una notizia che non fa fare un gran figura a una persona, ad ascoltare la persona (pratica abbastanza inusuale nel giornalismo che piace a Gratteri…). In quel terreno – dice Gratteri- poteva introdursi qualche mafioso e spararmi, perché da quel terreno si vedono le finestre di casa mia.  E quindi, se capisco bene, si è pensato che la cosa migliore per evitare che questo accada, non è mettere delle guardie, ma concedere il terreno a Gratteri in modo da rendere illegale, per eventuali attentatori, l’accesso. Un’idea – diciamo la verità – un po’ stile pantera rosa: ma comunque un’idea.

Benissimo. Sicuramente tutto vero. Del resto già ieri abbiamo scritto che nella decisione della commissione prefettizia di sottrarre una proprietà a un ospedale, di non concederla al Comune o a un ente pubblico, ma di assegnarla un privato cittadino, non c’era niente di illegale. Citando Travaglio potrei dire: questione, magari, di opportunità….
I problemi sono tre. Primo: possiamo credere che lo Stato, di fronte a un pericolo per la vita di un magistrato, gli dice: difenditi da solo, noi ti diamo un terreno e poi pensaci tu? Speriamo che non sia vero. Anche perché francamente Gratteri che può fare con quel terreno per difendersi? Proprio niente. Se qualcuno ha pensato a una soluzione così scombiccherata c’è da preoccuparsi molto. E anche se un Procuratore l’ha ritenuta adeguata.

Secondo problema. Cosa sarebbe successo se un terreno di un ospedale fosse stato assegnato a Oliverio, per esempio, l’ex presidente della Regione? Ditemi, sinceramente, cosa pensate che sarebbe successo ad Oliverio. Nessuno avrebbe immaginato che Oliverio aveva ottenuto quel terreno grazie al suo potere? Gratteri avrebbe lasciato correre o avrebbe indagato?

Vabbé. Terza questione. L’altro giorno Gratteri ci ha minacciato di querelarci in due distinte telefonate, pur sapendo che stavamo scrivendo il vero e senza, peraltro, aver letto cosa avremmo scritto. Se un politico si fosse comportato così, cosa si sarebbe detto? Intimidazione. Giusto? Se lo fa un magistrato invece? A me non è la prima volta che capita di essere intimidito da un magistrato. Anche perché i magistrati – lo sapete tutti – sono abituati a non essere mai infastiditi dalla stampa. E quando succede a loro pare un sacrilegio.

Pensano che se critichi un magistrato antimafia, o sei pazzo o sei mafioso. Bisogna dire che Gratteri, fin qui, è stato l’unico magistrato (tra quelli celebri) che non mi ha mai querelato e non ha mai querelato nessuno. Stavolta ha minacciato di abbandonare il suo stile e di procedere. Vedremo. Tanto, statene sicuri, del grandioso potere che hanno i magistrati sui giornalisti importa niente a nessuno.

Avatar photo

Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.