Le parole dei giovani protagonisti della festa di Capodanno a Roma sono quanto meno contraddittorie con quanto risulta dalle indagini. Al centro delle indagini il festino in via del Podere Fiume a Primavalle, in cui una ragazza minorenne, figlia di un diplomatico spagnolo, ha denunciato una violenza sessuale di gruppo.

Chi quella sera c’era e ha partecipato allo stupro ha fatto uso di varie droghe tra cui cocaina, pasticche e marijuana, e le ha portate per metterle a disposizione di tutti. “Non ho visto niente” si difende uno, oppure: “Droga non ne ho portata” e ancora: “Era consenziente”. Secondo queste testimonianze la sedicenne figlia di un diplomatico spagnolo, avrebbe quasi stuzzicato i giovani che poi di lei hanno disposto del suo corpo per almeno tre ore.

Alla domanda sul perché nessuno l’abbia soccorsa, rispondono a La Repubblica: “Ma stava bene”. Peccato che nel sangue di quell’adolescente sono state trovate non solo tracce di alcol ma di Rivotril, cocaina e marjuana. Nessuno di loro si chiede come stia Bianca a distanza di un anno (i fatti sono avvenuti durante la festa di Capodanno 2020-2021), né tantomeno si scusi per quello che è accaduto.

“La mia vita è rovinata, ho perso il mio lavoro di pizzicarolo. Lei non stava male, altrimenti l’avrei aiutata” confessa al quotidiano un ragazzo appena maggiorenne indagato anche per avere indotto la sua fidanzata minorenne ad avere un rapporto a tre. “Quella sera non mi sono drogato. Me so fatto du carne. E non ho drogato nessuno – dice – Sono stato invitato a quel rapporto a tre”.

Non per il giudice però che ha deciso l’obbligo di dimora e l’obbligo di firma. “Guardate quella foto tutti insieme sul letto – continua -. Erano le 3,34 e lei non stava male”. Quando gli viene chiesto perché nessuno l’avrebbe aiutata, nessuno ha visto niente anche se le carte dell’indagine dicono altro. La giovane per le ferite ha avuto 30 giorni di prognosi e il ragazzo con la pistola, un ventenne che al festino di Capodanno avrebbe minacciato – secondo quanto riporta La Repubblica – Simone Maria Ceresani, il nipote dell’ex premier Ciríaco De Mita, che era arrivato lì con la fidanzata.

È stato lo stesso Ceresani a riferirlo ai carabinieri che lo hanno sentito come persona informata dei fatti. “Ma quale pistola, ma che dice questo? Nipote di un premier? Ma chi lo sapeva. Di certo si è comportato da arrogante”, dice il giovane che abita a Primavalle. “Gli avevo chiesto quanti anni avesse perché mi sembrava troppo grande per quella festa di ragazzini. Lui mi ha risposto 20 e ¡o non c’ho creduto”, ricostruisce il giovane. “Vuoi vedere i documenti?”, ha risposto Ceresani. “E io me so incazzato. Ma che mi stai a pija pena guardia, tè stacco a testa? Gli ho detto cosi”, ricostruisce il ragazzo. Sulla serata dice: “Ho visto una ra gazza su un divano che stava male. Le ho chiesto ‘Ma cosa ti sei presa?’. E quella mi ha mandato affanculo. Mi sono girato e me ne sono andato”.

“La violenza non c’è stata”. È sicura la 14enne accusata di ave portato il Rivotril al party di Capodanno organizzato nella villetta: “Era cosciente e lo sai piamo tutti, lo sanno tutte le person che quella sera erano alla festa”. Nega tutto, respinge ogni accusa la ragazza del ‘gruppo Parioli’ che avrebbe portato in via del Podere Fiume farmaco antiepilettico da assumere insieme all’hashish e alla cocaina. Una sua amica ha raccontato una diversa versione ai carabinieri: “In verità la coca l’hanno portata e il Rivotril è stato portato da lei”.

A un certo punto qualcuno ha solo detto: “Ti sparo in faccia. Eravamo trenta persone, nessuno ha visto però la pistola”, dice dai domiciliari per spaccio uno dei partecipanti alla festa che all’epoca aveva ancora 17 anni. Nega lo stupro di gruppo della 16enne anestetizzata dalle droghe nel bagno della villetta al Quartaccio, non sa neppure di essere indagato. “Sono arrivato alla festa, invitato da alcuni amici, alle 21.30 – racconta – appena ho visto l’ambiente ho detto: ‘Ma che davero?'”. Fiumi d’alcol, cocaina, Rivotril e sesso sfrenato. “Quella ragazza (dice riferendosi alla vittima ndr.) mi ha rimorchiato subito, siamo andati in bagno da soli e abbiamo fatto sesso. Poi sono sceso in salotto, mi sono seduto sul divano. M’è pure presa a male perché manco me drogo. Alle 5 sono uscito, me ne sono tornato a casa a piedi”.

Redazione

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