La ripartenza
Tribunale, al via le udienze ma il focolaio di Mondragone frena la giustizia

Prove tecniche di normalità. A piccoli passi, passi troppo lenti secondo gran parte degli avvocati, la giustizia a Napoli prova a riappropriarsi di spazi e ritmi. Ieri una nuova circolare del presidente del Tribunale Elisabetta Garzo detta le regole per questa ultima fase prima dello stop estivo. Da oggi al 27 luglio la rete delle restrizioni che si erano rese necessarie a seguito della pandemia si allarga, ma non del tutto. I recenti episodi di cronaca pesano anche sulle decisioni che riguardano la giustizia. Basti pensare a quanto accaduto a Mondragone, per esempio. Il presidente Garzo ne fa cenno nella circolare firmata ieri.
«Attesa l’emergenza manifestatasi nel Comune di Mondragone, ricadente nel distretto della sezione specializzata del tribunale di Napoli – si legge – con riferimento alla materia della protezione internazionale e immigrazione, l’udienza in presenza dovrà essere assolutamente impedita, attesa la provenienza di molti soggetti dall’area in questione». Per questa materia, quindi, il pericolo contagio è considerato ancora una minaccia e i processi saranno rinviati a settembre: «un rinvio in blocco», si legge nel provvedimento del presidente del Tribunale. Esclusa anche la possibilità di udienze da remoto, perché «i difensori non possono garantire all’interno degli studi professionali le necessarie condizioni di sicurezza per l’ipotesi di creazione della stanza virtuale».
Riprenderanno invece gli altri processi. Riprendono quelli relativi a procedure di convalida degli sfratti che non subiranno ulteriori rinvii, a parte quelli già disposti. Sì anche ai processi in aula per il settore penale, anche se per il momento ancora a porte chiuse, quindi senza la presenza del pubblico. Saranno regolarmente celebrate tutte le udienze collegiali già fissate e per quanto riguarda i processi di competenza delle sezioni monocratiche ciascun giudice potrà trattare, per ogni udienza, al massimo 30 procedimenti, dando precedenza ai processi con imputati detenuti, a quelli fissati per la discussione o a quelli urgenti. Sì, inoltre, alla partecipazione in udienza degli imputati. Quanto alle udienze davanti alla sezione Gip/Gup, si torna in aula anche per i processi con imputati liberi, «da trattarsi con modalità ordinarie (in presenza delle parti)», si precisa nella circolare del presidente Giovanna Ceppaluni.
In questi casi è lasciata ai giudici la discrezionalità sul numero di processi complessivamente fissati per udienza, ma nel rispetto di un calendario delle attività da svolgere e di orari da rispettare: il primo processo dovrà iniziare alle 9,30 e l’ultimo non dopo le 15. Cambia lo scenario anche per il settore civile. Il presidente del Tribunale Garzo ha deciso che i giudici delle sezioni civili e del lavoro potranno autonomamente disporre la revoca del decreto di trattazione in forma scritta quando si ritiene necessaria la presenza delle parti, come ad esempio nel caso di tentativi di conciliazione. A Palazzo di Giustizia restano valide le misure anti-contagio (distanza di un metro e mascherina) e le limitazioni per l’uso degli ascensori: in quelli centrali delle torre si potrà viaggiare solo in quattro persone per volta e negli altri ascensori solo in due prendendo posto negli angoli della cabina appositamente segnalati.
Resta anche il nodo dello smart working, con la necessità di implementare la presenza di personale amministrativo negli uffici. Quanto alle cancellerie si continuerà ad accedervi con prenotazione per via telematica, ma con la sola eccezione per i difensori che per gli adempimenti connessi all’udienza celebrata nella giornata potranno recarsi in cancelleria anche senza prenotazione. Negli uffici del Giudice di pace invece l’uso degli ascensori continuerà ad essere vietato. La necessità di riprendere il normale ritmo delle udienze si scontra con i limiti dell’edilizia giudiziaria: la caserma Garibaldi di via Foria ha quattro piani e gli ascensori non sono sufficientemente grandi per poter ospitare persone senza il pericolo di un eventuale contagio.
Di qui la decisione di vietare ancora l’uso degli ascensori e imporre percorsi obbligati per percorrere le scalinate. Quanto alle udienze, ciascun giudice di pace potrà trattare fisicamente 20 procedimenti per udienza, dieci per ogni fascia e con un tempo massimo di 70 minuti per fascia. Si procede per data più antica di iscrizione a ruolo e si prevede il rinvio di ufficio di tutti i procedimenti restanti a data successiva al 30 ottobre. La normalità è ancora lontana.
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