Quinto giorno di proteste
Usa, 4 morti e suv polizia su manifestanti. Fratello Floyd: “Trump non mi ha ascoltato”
Sale a 4 il bilancio delle vittime negli Stati Uniti durante le proteste per l’omicidio di George Floyd, il 46enne afroamericano soffocato da un poliziotto durante l’arresto a Minneapolis.
Per il quinto giorno di fila le proteste hanno interessato molti Stati del Paese e dopo l’uccisione di un 19enne a Detroit e un poliziotto a Oakland, gli ultimi due morti si sono registrati a Indianapolis dove la polizia ha riferito che una seconda persona è morta a seguito delle sparatorie avvenute durante le proteste per la morte di George Floyd. Una delle sparatorie mortali è avvenuta alla fine di sabato e la seconda alle 2:30 di oggi, la polizia ha dichiarato che nessun agente era coinvolto. Non è ancora chiaro il movente degli attacchi.
“Non abbiamo modo di collegarli, in questo momento, a nessun tipo di protesta o altro”, ha spiegato un portavoce della polizia Patrolman Michael Hewitt, “Non sappiamo di cosa si tratti e se si tratti di incidenti separati”.
Le proteste si sono registrate in almeno 25 città in 16 stati che hanno imposto il coprifuoco. La Guardia Nazionale è stata attivata in circa una dozzina di Stati e nel distretto di Columbia. Lo riporta la Cnn. Nella quinta notte di proteste, gli scontri sono arrivati fin sotto alla Casa Bianca, dove i manifestati si sono radunati per la seconda sera consecutiva.
Intanto più di 340 persone sono state arrestate in tutta New York durante le proteste iniziate sabato e durate fino a domenica mattina per la morte di George Floyd. Lo ha riferito alla Cnn un alto funzionario della polizia di New York. Almeno 33 agenti sono rimasti feriti durante la protesta, alcuni dei quali gravemente. Circa 48 veicoli della polizia sono stati danneggiati o distrutti.
SUV POLIZIA SULLA FOLLA – La polizia di New York ha inoltre aperto un’indagine dopo che sui social è stato pubblicato un video che mostra un suv della polizia andare contro a una folla di manifestanti, rovesciando una barricata. Non è ancora chiaro se ci siano stati feriti. Il sindaco della Grande Mela Bill de Blasio ha confermato l’indagine, affermando che la polizia “potrebbe non aver avuto scelta”.
ATTACCO CYBER A PC STATALI – Il governatore del Minnesota Tim Walz ha riferito che i computer statali sono stati colpiti da un cyber attacco prima che le forze dell’ordine entrassero in azione per sedare le proteste. Walz ha descritto l’incidente come un “attacco molto sofisticato di blocco del servizio” e ha affermato che è stato eseguito su “tutti i computer”. Non ha fornito ulteriori dettagli ma ha indicato l’attacco come prova che i disordini siano stati alimentati da gruppi esterni coordinati che cercano di seminare il caos. Le autorità del Minnesota hanno dichiarato che il 20% delle persone arrestate ha la residenza al di fuori dello Stato.
FRATELLO FLOYD: “TRUMP NON MI HA LASCIATO PARLARE” – La conversazione con il presidente Donald Trum è stata “così veloce. Non mi ha dato nemmeno l’opportunità di parlare”. Così il fratello di George Floyd, Philonise Floyd, alla Msnbc sulla conversazione avuta con il presidente Trump. “E ‘stato difficile. Stavo cercando di parlargli, ma lui continuava a spingermi via, come (se dicesse) ‘Non voglio sentire di cosa stai parlando'”, ha raccontato l’uomo, “gli ho detto che voglio giustizia. Ho detto che non potevo credere che abbiano commesso un linciaggio ai giorni nostri e in pieno giorno”.
DANNI AI MONUMENTI – I manifestanti che stanno protestando da giorni per la morte dell’afroamericano george Floyd per mano di un agente bianco, hanno preso di mira i numerosi monumenti confederati che si trovano ancora negli Usa, in particolare negli stati del Sud. Nel campus dell’Università del Mississippi, le parole “genocidio spirituale”, insieme a impronte di mani rosse, sono state dipinte sui lati di un monumento confederato. A Charleston, nella Carolina del Sud, i manifestanti hanno deturpato una statua vicino a The Battery, un’area storica a sud della città. La base della statua dei difensori confederati, eretta nel 1932, è stata verniciata a spruzzo con le parole “Blm” e “traditori”. Nella Carolina del Nord, la base di un monumento confederato al Campidoglio è stata contrassegnata con una X nera e con una frase che esprimeva disprezzo per la polizia, insieme alla parola “razzista”. La questione dei monumenti confederati è stata particolarmente controversa nella Carolina del Nord, dove tali monumenti sono generalmente protetti dalla legge. Una battaglia di quasi due anni è stata condotta sul destino della statua di “Silent Sam” dopo che è stata rovesciata dai manifestanti nel campus di Chapel Hill, l’ammiraglia della University of North Carolina nel 2018. Un accordo legale raggiunto lo scorso novembre ha consegnato la statua a un gruppo di discendenti confederati, tenendola fuori dal campus. Anche una statua confederata fuori da un tribunale di Durham è stata demolita dai manifestanti.
SOLIDARIETA’ DA LONDRA – Migliaia di persone si sono radunate a Trafalgar Square a Londra per esprimere il loro sdegno per la morte di George Floyd. I manifestanti hanno applaudito e sventolato cartelli in sostegno delle proteste negli Usa. La folla si è radunata nonostante le regole del governo che vietano assembramenti per la pandemia di Covid-19.
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