Questa volta il Governo Conte non può fallire. Dopo essersi fatti trovare impreparati alla seconda ondata di Coronavirus, con la curva epidemiologica salita in verticale dopo una estate in cui esecutivo (e italiani) si sono crogiolati su numeri in calo, la nuova sfida per Conte, Speranza e soci è non sbagliare sul vaccino anti-Covid.

L’obiettivo è quello di farsi trovare pronti per metà gennaio, quando dovrebbero (condizionale d’obbligo) arrivare nel Paese le prime dosi del vaccino sviluppato dagli americani di Pfizer e dai tedeschi di BioNTech: sono attese circa 3,4 milioni di dosi per 1,7 milioni tra medici, infermieri e ospiti delle Rsa, secondo un retroscena di Repubblica.

I tempi sono strettissimi, mentre la macchina da mettere in moto per garantire l’organizzazione della vaccinazione su larga scala è a dir poco imponente. Per questo, si legge nel retroscena a firma di Tommaso Ciriaco, al piano parteciperà la sanità militare che curerà gli aspetti logistici, dal trasporto all’allestimento delle strutture per le punture, coinvolgendo anche il commissario all’emergenza Domenico Arcuri.

Quella che sembra ad oggi la situazione più complicata da risolvere è la “filiera del freddo”: il vaccino Pfizer/BioNTech deve essere conservato a 80 gradi sotto zero. In Italia vi sono solamente due aeroporti certificati per ricevere farmaci, Fiumicino e Malpensa, ma nessuno dei due è attrezzato con frigo a così basse temperature. I vaccini per le altre malattie sono generalmente conservati a temperature che vanno dai -2/-8 gradi. Questa “catena del freddo” deve essere invece garantita dal momento in cui il vaccino lascia il sito produttivo fino a quando viene somministrato al paziente.

IL VACCINO PFIZER – Pfizer, che ha sviluppato il vaccino con il produttore farmaceutico tedesco BioNTech, ha rilasciato solo pochi dettagli dalla sua sperimentazione clinica, basata sulla prima revisione formale dei dati da parte di un gruppo di esperti esterni. La società ha affermato che l’analisi ha rilevato che il vaccino è stato efficace per oltre il 90% nel prevenire la malattia tra i volontari dello studio che non avevano prove di una precedente infezione da coronavirus. Se i risultati reggono, quel livello di protezione lo metterebbe alla pari con i vaccini infantili altamente efficaci per malattie come il morbillo. Non sono stati osservati seri problemi di sicurezza, ha affermato la società.

Le fasi uno e due dei trial, nel corso dell’estate, avevano misurato la produzione di anticorpi nei volontari. La fase tre, la più lunga, è servita invece per calcolare l’efficacia. A metà dei volontari è stato iniettato il vaccino. All’altra metà un placebo. Poi è stato calcolato quanti infetti si sono registrati in ciascun gruppo. La differenza è appunto il dato sull’efficacia. La Food and Drug Administration negli Usa e l’Organizzazione mondiale della sanità si erano dette disposte ad approvare solo vaccini efficaci al 50%. Né, durante le sperimentazioni, si sono verificati eventi avversi sui volontari.

E subito Pfizer è partita con la richiesta di autorizzazione di emergenza alla Food and Drug Administration del vaccino a due dosi alla fine di questo mese, dopo aver raccolto dati sulla sicurezza per due mesi, come raccomandato dalle leggi. Se tutto va bene alla fine dell’anno l’azienda avrà prodotto dosi sufficienti per immunizzare da 15 a 20 milioni di persone, hanno detto i dirigenti dell’azienda. Ma le dosi all’inizio saranno contenute: la Commissione Europea ne ha opzionate 200 milioni, da dividere fra gli Stati in base alla popolazione. Il vaccino è adatto alle persone tra i 16 e gli 85 anni. Ne serviranno due dosi, anche se i dati dimostrano una buona efficacia già dopo la prima.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia