Il Covid torna a far tremare le carceri. Nuovi focolai sono attivi in varie strutture penitenziarie del Paese e la Campania non è esclusa. Il garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello, che da tempo tiene alta l’attenzione sul problema sanitario all’interno degli istituti di pena, ha rivolto un formale appello al responsabile dell’unità di crisi della Campania e ai dirigenti della sanità regionale e delle varie Asl: «Si proceda con una massiccia campagna vaccinale nelle carceri» è l’appello. «Non spetta a me decidere quale vaccino usare – scrive Ciambriello ai vertici della sanità campana – ma sento di consigliare la somministrazione di un vaccino a dose unica che eviterebbe complicazioni burocratiche e svantaggi organizzativi».

La burocrazia, e in generale tutta la macchina organizzativa che bisogna mettere in moto per consentire la vaccinazione di larghe fasce di popolazione come nel caso della popolazione carceraria, finiscono per pesare e incidere sulla tempistica. Ad oggi le vaccinazioni in Campania sono cominciate. A Nisida nei giorni scorsi sono state eseguite sedici vaccinazioni e si tratta del primo carcere minorile italiano dove si è proceduto alla somministrazione del vaccino: nelle prossime settimane, secondo quanto stabilito dai protocolli previsti, i ragazzi riceveranno la seconda dose. Altre vaccinazioni sono state assicurate, sempre in Campania, nelle carceri di Salerno, Eboli e Vallo della Lucania dove sono stati complessivamente vaccinati 63 detenuti. La somministrazione è effettuata dal personale dell’Asl di riferimento con il supporto dei sanitari della struttura penitenziaria e dei volontari della Croce Rossa Italiana. Primi passi, ma l’attenzione resta alta.

«Dalle mie visite negli istituti penitenziari – spiega il garante Ciambriello – ho potuto constatare che c’è necessità di incrementare la campagna informativa in maniera incisiva sull’importanza dei vaccini, essenziale in un momento come questo caratterizzato da una forte disinformazione e da fake news che determinano una particolare riduzione di persone predisposte a farsi somministrare il vaccino sia tra gli agenti sia tra i detenuti». «Credo – aggiunge il garante – che sia giusto che tale campagna sia accompagnata da provvedimenti incisivi per coloro che decidono volontariamente di essere vaccinati». Il sovraffollamento nelle carceri non aiuta.

«I detenuti non devono subire una doppia pena: il carcere e l’esclusione sociale» ricorda il garante che alle polemiche sollevate da alcuni politici, Salvini in primis, replica esprimendo apprezzamento per l’avvio della campagna vaccinale nelle carceri salernitane e nell’istituto per i minorenni di Nisida: «Stigmatizzo le erronee interpretazioni di qualche politico. Vaccinarsi è una tutela per il diritto alla salute». Intanto, dai dati diffusi dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a livello nazionale si registra un nuovo aumento dei casi di contagio da Covid tra i detenuti.

Attualmente ci sono 871 detenuti positivi nelle carceri italiane, quasi tutti sono asintomatici, sei si trovano in Campania, 22 sono ricoverati in ospedale e 14 hanno sintomi ma vengono curati in carcere. I contagi tra il personale della polizia penitenziaria superano quota 600 a livello nazionale. L’allarme Covid è più alto nelle strutture di Reggio Emilia (110 asintomatici e 5 detenuti in ospedale) e Padova (89 sintomatici e uno in ospedale), ma fa paura anche Secondigliano: qui i poliziotti positivi sono 31, 26 dei quali asintomatici e soltanto cinque con sintomi. In totale, in Campania, sono 59 gli agenti colpiti dal virus.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).