Espulsa dal punto vendita. Questa la decisione della cooperativa Conad nei confronti della direttrice del Superstore di via del Circuito a Pescara finita sulle pagine di cronaca, dopo la denuncia di Filcams- Cgil, per una vicenda che sta facendo discutere.

La donna, 50 anni, due settimane fa aveva infatti inviato un audio sul gruppo WhatsApp dei capireparto per individuare chi, tra le dipendenti, avesse lasciato un assorbente fuori dal cestino nel bagno del negozio. “Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io”.

Un messaggio agghiacciante, che aveva avuto anche un seguito: ossia l’ispezione fisica di tutte le dipendenti. 

Conad: “Non possiamo accettare simili comportamenti”

Non possiamo accettare un comportamento come quello che, purtroppo, abbiamo potuto accertare nei confronti delle collaboratrici del punto vendita di Via del Circuito a Pescara. Di conseguenza abbiamo deciso di procedere, come previsto dal nostro regolamento, alla risoluzione del contratto di affitto d’azienda. Daremo in ogni caso continuità alle attività del punto vendita garantendo il servizio ai clienti e il lavoro ai collaboratori.” Queste le parole di Antonio Di Ferdinando, amministratore delegato della Cooperativa Conad Adriatico, in merito a quanto accaduto.

Conad ha effettuato un’indagine interna e in una nota spiega che “accertate le responsabilità, la cooperativa Conad Adriatico, che rappresenta Conad nel territorio abruzzese, ha definito le modalità delle sanzioni per la società che gestisce il punto vendita, come previsto dal contratto di concessione dell’insegna.” La direttrice e proprietaria è stata quindi messa alla porta. Dopo il messaggio vocale su WhatsApp, un capo reparto aveva poi inoltrato a tutti l’elenco delle 12 dipendenti del supermercato, prospettando contestazioni disciplinari oltre che mancati rinnovi di contratto a tempo determinato se non fosse uscito il nome della ‘colpevole’, come riferito a RaiNews da Davide Urbano, segretario Filcalms Cgil.

“‘Persone oltre le cose’ è la frase che riassume i valori dei soci Conad e rispecchia il modo in cui le persone Conad operano in tutte le strutture con il marchio Conad si legge ancora sulla nota. “Per questo Conad agisce sempre nel massimo rispetto delle proprie collaboratrici e dei propri collaboratori, sia sul piano normativo e professionale, sia su quello umano e valoriale, tutelandone i diritti e intervenendo prontamente e con decisione nel caso in cui questi diritti non vengano rispettati”.

La Filcams-Cgil, che per prima ha denunciato la vicenda avvenuta nel capoluogo adriatico, ha espresso “grande soddisfazione per la decisione di Conad di recedere dai rapporti commerciali con chi si è reso responsabile del grave ed ignobile atto compiuto nel punto vendita di Pescara. Oggi assistiamo alla vittoria delle lavoratrici che hanno scelto di non sottomettersi ai soprusi“. L’organizzazione sindacale si è soffermata anche sul ruolo delle lavoratrici dell’attività: “Senza la loro denuncia – dicono – questo risultato non sarebbe stato possibile. Questa vittoria insegna che non bisogna mai abbassare la testa e che il muro di omertà, che spesso si crea nei posti di lavoro, si può abbattere”.

La vicenda

La furia della direttrice era scaturita dall’aver trovato nel bagno riservato al personale un assorbente usato. Dato il rifiuto delle lavoratrici di comunicare quanto lei aveva richiesto nel messaggio vocale WhatsApp-ossia ammettere chi avesse il ciclo- la violenza verbale è diventata fisica, quando i capi reparto hanno controllato singolarmente le donne in servizio. L’episodio risale al 14 aprile scorso .

Vi faccio passare veramente un guaio, eh! Fatemi i nomi, perché altrimenti faccio una lettera di richiamo a tutte le persone che a quell’ora stavano lavorando… a quell’ora” si sente ancora nell’audio.

Un gesto gravissimo e ignobile, una violenza inaudita da una donna verso delle donne”, aveva affermato Lucio Cipollini, segretario generale della Filcams Cgil Abruzzo durante la conferenza stampa organizzata per mettere tutti a conoscenza l’accaduto, annunciando delle pratiche legali per approfondire il caso. “Saremo al fianco delle lavoratrici coinvolte per sostenerle in questo momento così difficile.

La Filcams aveva richiesto una presa di posizione responsabile dal marchio Conad sull’episodio- come poi è avvenuto- denunciando i metodi invasivi, vessatori e autoritari utilizzati, ‘ inaccettabili in qualsiasi consesso civile.’