Basta uno stringato comunicato di poche righe per provocare un autentico terremoto nelle forze armate ucraine. Nella giornata di lunedì il presidente Volodymyr Zelensky ha infatti reso noto di aver rimosso dal suo incarico il comandante dell’Operazione delle forze congiunte (Jfo) ucraine Eduard Moskalyov.

Il decreto presidenziale non fornisce alcuna spiegazione in merito alle ragioni del provvedimento: “”Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha rimosso dal suo incarico il comandante Moskalyov“, si legge nel decreto numero 113 firmato domenica, che finisce così, senza aggiungere altro.

Una cacciata che ha invece del clamoroso, visto anche le circostanze in cui avviene. Moskalyov era stato nominato lo scorso marzo a capo della Jfo, che coordina di fatto l’offensiva ucraina contro le forze russe nella regione orientale del Donbass, dove il Cremlino sta concentrando di fatto da mesi la sua offensiva dopo esser stato costretto a ripiegare di fronte alla resistenza delle truppe di Kiev.

La Jfo nel tempo ha ottenuto una sempre maggiore rilevanza tra le forze armate del Paese: istituita nel nel 2014 come forza di resistenza dopo l’annessione illegale della Crimea da parte della Russia, è oggi impegnata nel fronte più caldo del conflitto.

Visto che motivazioni ufficiali per la rimozione di Moskalyov non ve ne sono, si può “speculare” sulle ragioni che hanno spinto Zelensky ad una scelta sorprendente: una di queste è per l’insoddisfazione del presidente ucraino per come Moskalyov e la Jfo stanno conducendo la resistenza alle truppe russe nel Donbass e in particolare a Bakhmut, dove si stanno concentrando gli scontri più cruenti.

Fa discutere inoltre la tempistica per una decisione di questo peso: nel Donbass è in corso da settimane una battaglia sanguinosa e gli analisti ucraini ed occidentali si aspettano a breve una nuova e più pesante offensiva russa nei territori che Mosca vuole strappare all’Ucraina.

Altra ipotesi è quella di un probabile legame di Moskalyov con la serie di rimozioni e avvicendamenti già avvenuti negli scorsi mesi e settimane ai vertici delle forze armate e delle istituzioni politiche ucraine. La pietra dello scandalo resta quelle varie inchieste sulla corruzione che hanno lambito in particolare il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, riuscito però “miracolosamente” a restare alla guida del dicastero.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia