A Milano, così come a Roma, il centrodestra alle comunali è talvolta riuscito a prevalere. A Napoli non centra l’obiettivo dai tempi di Achille Lauro. Eppure stavolta la partita è aperta e, se non si accumulano troppi errori, la sinistra può essere sconfitta. Ecco perché mi rivolgo con grande rispetto ai leader del centrodestra – Salvini, Meloni e Berlusconi – e ai loro rispettivi riferimenti territoriali per una riflessione nel comune interesse culturale.
Per scelta, come è noto, non milito da anni in nessun partito. Rivendico con orgoglio la mia storia politica e la mia appartenenza identitaria. La passione per la politica non mi abbandonerà mai, così come l’amore per la mia terra. Per oltre 15 anni ho rivestito la carica di consigliere comunale di Napoli, quando la politica ancora esisteva. Poi sono riuscito anche ad approdare in Parlamento. Pertanto credo di conoscere abbastanza bene la mia città che ho sempre servito e mai tradito. Grazie a Dio le stagioni della demagogia e dell’istrionismo hanno le ore contate. Luigi de Magistris è “fuggito” in Calabria da mesi, alla ricerca affannosa di uno strapuntino nel Consiglio regionale. Fra poco finirà nel dimenticatoio, come è giusto che sia, ma le rovine che lascia a Napoli sono gigantesche: un disastro che non ha precedenti. Dobbiamo tutti amarci di buona volontà per avviare l’era della ripartenza, della rinascita e del rinnovamento.
Catello Maresca è un grande magistrato, serio e concreto. Alla soglia dei 50 anni ha scelto di misurarsi con il consenso e di mettersi in discussione. Vuole cominciare una nuova vita. Tutto ciò è apprezzabile, anche perché non sarà una passeggiata. C’è bisogno di persone che, dopo aver raggiunto importanti risultati nella professione, decidono di mettersi al servizio della comunità. Ma le forze politiche hanno il dovere di aiutare seriamente Maresca, standogli vicino con grande lealtà, anche per evitare che possa commettere errori. Finora il buon Maresca si è occupato di altro e, nel suo campo, ha dimostrato di saperci fare. Eccome. Ma la politica per lui è un mondo nuovo. Può essere abile, scaltro, intelligente quanto vuole, ma il pianeta della politica va maneggiato con estrema cura. E la comunicazione, tanto per fare un esempio, va studiata e programmata scientificamente.Nelle grandi città il voto di opinione è fondamentale. Quindi va istituito subito un tavolo di consultazione permanente tra il candidato sindaco e i referenti della coalizione di centrodestra. Maresca dovrà preoccuparsi di elaborare un progetto ambizioso, direi rivoluzionario, per parlare soprattutto a quel mondo che, anno dopo anno, si è rifugiato nell’astensione e che ha preso le distanze perché nauseato dalle chiacchiere da cortile e dalla mediocrità. Esiste un vasto mondo produttivo fatto di imprenditori e professionisti che non appartiene al club dei palazzi e dei potentati pubblici e privati con il quale bisogna dialogare: una comunità di energie e intelligenze pronte a sostenere una grande squadra, a condividere un programma che va scritto insieme, con pochi ma forti e chiari punti. Serve un progetto di alto spessore e di grande trasformazione urbanistica. Un ridisegno della città. Una rivisitazione europea che non snaturi la storia. Vi sono, a Napoli, molti ambienti che in spirito di servizio sono pronti a collaborare in maniera disinteressata. Maresca dia vita a una consulta delle categorie, strumento che dovrà essere di supporto alla futura Giunta.

Mi auguro sinceramente che Maresca non voglia blindarsi nel campo trincerato del suo «orgoglio civico» pensando di essere autosufficiente. Non deve perdere l’occasione di praticare il vero ascolto della Napoli profonda. Deve incontrare la Napoli sociale e popolare. Pochi salotti e più piazze perché, al Sud, la fisicità è importante. I partiti, nel frattempo, facciano i partiti. Si preoccupino di fare liste forti, effettivamente competitive, impegnando le migliori energie, chiedendo anche ai parlamentari la candidatura: una competizione sana, tra persone di esperienza. Personalmente, se avessi potuto decidere, avrei chiesto a Lina Lucci di candidarsi a sindaco della terza città d’Italia per una valanga di ragioni. Ma così non è andata e non ne faccio certo una tragedia. In pista c’è Maresca e andiamo avanti. Ma adesso il pm non può esser lasciato solo. I partiti devono fare di tutto e di più per non perdere questa storica occasione. Ora o mai più.

È un messaggio che da Napoli va lanciato a tutto il Mezzogiorno. E allora subito una convention di tre giorni con i tre leader nazionali per motivare i rispettivi apparati e per ascoltare le categorie produttive, gli ordini professionali, gli operatori del commercio e del turismo, i sindacati, il mondo della scuola, dell’università e del volontariato. Maresca ha tutto il diritto e il dovere di dire la sua anche rispetto alle presidenze delle dieci Municipalità. Anche qui, per favore, nessun giochino da parte di qualcuno che vuole mettere in campo operazioni di piccolo cabotaggio per favorire l’amico di corrente nel Consiglio comunale. Le presidenze vanno affidate a coloro che sui territori intercettano il maggior consenso. Nessun innesto esterno. Le logiche correntizie e gruppettare, sempre in auge in tutti i partiti, in questa circostanza vanno abbandonate.

Dopo, se si vince, ci sarà spazio per tutti. Sempre che si vuole veramente vincere. Se, invece, ci si vuole limitare a far eleggere una pattuglia dei soliti noti in Consiglio comunale, la città saprà leggere nell’immediatezza e scoprirà subito il giochino. Confido che questa volta prevarrà lo spirito delle grandi occasioni, ma dobbiamo anticipare i tempi. Bisogna creare in città un clima vincente, più entusiasmo. E il clima si crea anche promuovendo grandi eventi, coinvolgendo persone che lo sanno fare. E ve ne sono tante, credibili e disinteressate. Ne vogliamo parlare con Maresca e con i partiti? Riscopriamo i telefoni e incontriamoci alla luce del sole. Se si vuole fare sul serio, anche la cosiddetta pausa agostana va utilizzata. Abbiamo fatto tanti sacrifici per battere la pandemia, possiamo farne un altro per conquistare Palazzo San Giacomo.