Il futuro di Palazzo San Giacomo
Elezioni municipalità di Napoli, i candidati civici hanno bisogno dei partiti
Forse siamo al completo, il numero dei candidati per la poltrona di sindaco a Napoli è infatti quasi definitivo. Protagonista indiscusso è il civismo, questa collocazione “di moda” che al solo pronunciarla dovrebbe trasmettere una certa “purezza” del candidato rispetto a quelli provenienti dalla “politica politicante”, quella dei tanto vituperati partiti di prima, seconda e terza Repubblica. Persino Antonio Bassolino, il politico per eccellenza, si presenta come aspirante sindaco di stampo civico.
Tanti sono i candidati, come sempre accade nelle elezioni che prevedono il sistema elettorale a doppio turno. Al primo, concorrono più candidati fino a un numero indefinito. Al secondo, dopo due settimane, i primi due classificati disputano il ballottaggio il cui esito indicherà l’inquilino di Palazzo San Giacomo. I candidati che giungono a questa seconda fase possono “apparentarsi” con liste perdenti al primo turno aggiungendo i loro simboli sulla scheda elettorale dove sono stampigliati i nomi dei due concorrenti; in questo modo gli “apparentati” concorrono anche loro all’eventuale ripartizione dei seggi in Consiglio comunale spettanti al vincente. Questa eventualità, però, è molto rara: di solito i perdenti al primo turno si limitano a dichiarare pubblicamente la loro preferenza tra i due che disputano il ballottaggio per poi “passare all’incasso” in caso di vittoria del loro prescelto, come nel 2011 accadde con Raimondo Pasquino, sconfitto al primo turno e poi eletto presidente del Consiglio comunale con i voti di quel Luigi de Magistris che aveva deciso di appoggiare a discapito di Gianni Lettieri.
I candidati sindaci di centrosinistra/civico di area, mai numerosi come in questa tornata, in ordine di annuncio ufficiale, sono Alessandra Clemente, Antonio Bassolino, Sergio D’Angelo e Gaetano Manfredi; per il centrodestra, sebbene supportato anche da liste civiche, c’è il solo Catello Maresca che dovrebbe unire tutta l’area dal primo turno. Solo due andranno al ballottaggio e tra di loro sarà scelto il prossimo sindaco di Napoli: salvo clamorose sorprese, potrebbe trattarsi di Maresca e Manfredi. Ma cosa accadrà contemporaneamente per le Municipalità? La coerenza politica richiederebbe che ogni aspirante sindaco presentasse, in ognuna delle dieci Municipalità, un candidato presidente con una o più liste di candidati consiglieri a suo supporto. Ciò, tuttavia, in virtù del sistema elettorale a turno unico, comporterebbe la probabilissima vittoria, in tutte le Municipalità, dei candidati presidenti del centrodestra/civico che si avvantaggerebbero dell’eccessiva frammentazione dell’area contrapposta del centrosinistra/civico.
Perdere tutte le Municipalità sarebbe una sconfitta molto pesante, finanche se un candidato di area dovesse vincere al Comune e diventare sindaco. Il centrosinistra/civico ha dunque la necessità di mettere in campo una strategia di alleanze/desistenze per non consentire agli avversari di “fare filotto” in tutte le Municipalità. Va quindi sacrificata una bella parte o tutta la coerenza politica/civica per giustificare la contrapposizione per il Comune e l’unione più o meno mascherata per le Municipalità. Ma la coerenza in politica, in questi ultimi anni, è stata merce rara. Anzi, sembra che si faccia a gara a chi ne dimostra meno. Staremo a vedere quale coniglio si tirerà fuori dal cilindro del centrosinistra/civico per cercare di vincere nelle Municipalità. Anche perché – particolare importante – tanti aspiranti consiglieri municipali tendono a candidarsi con presidenti e liste vincenti per avere più possibilità di essere eletti… Stay tuned.
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