L’impennata di contagi continua a tenere la Campania col fiato sospeso. E il presidente Vincenzo De Luca si è detto pronto a firmare un’ordinanza per chiudere le scuole e mandare tutti gli studenti in Dad almeno per i prossimi venti o trenta giorni. Ha detto che il provvedimento sarebbe utile per consentire il piano di vaccinazioni tra gli studenti.

Una motivazione che ha scatenato non poche perplessità soprattutto tra chi è convinto che non basteranno venti giorni per vaccinare tutti gli studenti e che la chiusura delle scuole non possa essere la soluzione al problema della diffusione dei contagi e di un sistema sanitario che ha dimostrato di non essere in grado di reggere la pressione di questa nuova ondata di positivi. «Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere venti/trenta giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca», ha affermato De Luca in vista della riunione del Consiglio dei Ministri di domani, che dovrà prendere decisioni sulla ripresa delle scuole prevista per il momento per il 10 gennaio, e in risposta a chi aveva ipotizzato un rientro in classe per i soli studenti vaccinati: «Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile», ha commentato il Governatore.

«Credo sia prematuro parlare il 3 gennaio dell’ipotesi di rinviare la riapertura delle scuole che mi risulta fissata per il 10 gennaio, si aspetti l’8 o il 9 gennaio per valutare la situazione perché l’evoluzione sembra chiara e, se è vero come è vero, che i vaccini stanno funzionando le cose potrebbero anche migliorare a breve. Non sarei, quindi, dell’avviso di decidere oggi, ma capisco che chi fa il politico tende a bruciare tutti sul tempo per farsi pubblicità», è il commento di Toni Nocchetti, presidente dell’associazione “Tutti a scuola”. «In questo momento c’è bisogno che a guidare i gesti dei politici siano serietà e sobrietà, auspico quindi – ha aggiunto – che queste proposte De Luca le faccia nei luoghi istituzionali e non ai giornalisti per avere prime pagine sui giornali. Non bisogna sottovalutare l’impatto che i proclami fatti prima del tempo possono avere su chi ha una patologia da angoscia da Covid, e parliamo del 90% della popolazione. È una patologia che si traduce in comportamenti più o meno evidenti. Per cui chi ha responsabilità deve essere responsabile e non deve cedere a discorsi da bar».

Sulla Dad, dunque, i più sono per evitare fughe in avanti. «Durante gli anni scolastici 2019-2020 e 2020-2021 le scuole italiane hanno chiuso più a lungo rispetto al resto del mondo, e questo è avvenuto anche, e più strutturalmente, con l’arrivo del Governo Draghi. La preoccupazione soltanto formale, mai sostanziale, dell’esecutivo per la scuola in presenza ha consentito che, a dispetto dei timidi provvedimenti ufficialmente adottati dal Governo (soltanto grazie alla sentenza del Consiglio di Stato), gli amministratori locali abbiano spesso utilizzato la Dad in forma “preventiva” (e non per reale emergenza epidemiologica) scaricando sugli studenti e sulle loro famiglie l’intera responsabilità della gestione della pandemia», è la posizione della Rete nazionale delle scuole in presenza per la quale «nessuna azione pubblica strutturale, nazionale o locale, in materia di trasporti pubblici, areazione o edilizia scolastica, è stata assunta dal governo centrale né dalle amministrazioni locali per garantire la scuola in presenza anche in zona rossa, come è avvenuto all’estero».

Avatar photo

Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).