Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al cosiddetto Def, il primo del governo Meloni. Riviste al rialzo le stime di crescita per l’anno in corso. “Il governo ha tracciato le linee di politica economica per i prossimi anni. Una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita”, ha detto la Presidente del Consiglio. Il Documento Economia e Finanza contiene le previsioni del governo su crescita economica, mercato del lavoro, inflazioni, intenzioni di spesa e debito pubblico. “Dalla prossima legge di bilancio bisogna porsi con concretezza il problema del calo demografico e delle nuove nascite, con misure adeguate”, ha chiarito in Consiglio dei ministri la premier, in una riunione che ha deliberato lo stato di emergenza nazionale di 6 mesi per fronteggiare l’incremento dei flussi migratori sulla rotta mediterranea – un aumento del 300% secondo il ministro Nello Musumeci – e un disegno di legge contro gli atti di eco-vandalismo sulle opere d’arte con multe da 20 a 60mila euro, con sanzioni penali. L’Istat, appena la settimana scorsa, aveva certificato il livello di natalità al minimo storico (sotto 400mila nascite nel 2022).

Il DEF rientra in un piano generale di procedure che gli Stati membri dell’Unione Europea devono rispettare per il coordinamento generale delle politiche economiche. È proprio tramite il DEF che il governo italiano delinea i suoi obiettivi e traccia il quadro macroeconomico all’interno del quale prevede di muoversi in futuro. A settembre viene seguito con la Nota di Aggiornamento al DEF, che viene indicata con l’acronimo NADEF. Le previsioni di crescita del Def approvato ieri le previsioni di crescita sono prudenti rispetto a quelle presenti nella Nota di Aggiornamento al DEF dello scorso novembre.

Il Documento prevede una crescita dello 0,9% del PIL a livello tendenziale, senza tenere conto degli interventi del governo in campo economico, e dell’1% a livello programmatico. Le previsioni per il 2024 sono invece in peggioramento rispetto a quelle dello scorso novembre: dell’1,4% la crescita a livello tendenziale, dell’1,5% a livello programmatico. Le crescite sono dell’1,3% e dell’1,1% per il 2025 e per il 2026. In leggera riduzione il rapporto deficit-PIL: al 4,35% quello tendenziale, al 4,5% quello programmatico. Al 3,7% nel 2024, al 3% nel 2025. Previsto in riduzione il debito pubblico, una linea in continuità rispetto al governo Draghi: nel 2023 sarà pari al 142,1% del Pil e nel 2024 al 141,1% fino al 140,4% nel 2026. A livello programmato, al 142% nel 2023, al 141,2% nel 2024 e al 140,4% nel 2026.

Palazzo Chigi ha comunicato in una nota che “per  il 2024, le proiezioni di finanza pubblica mostrano che, dato un deficit tendenziale del 3,5 per cento, il mantenimento dell’obiettivo del 3,7 per cento del Pil creerà uno spazio di bilancio di circa 0,2 punti di Pil, che sarà destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette ‘politiche invariate’ a partire dal 2024 e alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, e concorrerà a una significativa revisione della spesa pubblica e a una maggiore intesa tra fisco e contribuente”, ovvero uno spazio di manovra pari a circa quattro miliardi di euro.

La nota del Mef (ministero Economia e Finanze) ha intanto precisato che il Def del 2023 approvato in cdm “tiene conto di un quadro economico-finanziario che, nonostante l’allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale. In questo contesto, l’economia italiana continua a mostrare una notevole dose di resilienza e vitalità”. Il commento del ministro Giorgetti. “Abbiamo davanti grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo. Le riforme intendono riaccendere la fiducia nel futuro, tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi”.

Dopo la presentazione del Def in Parlamento e l’invio alla Commissione Europea, quest’ultima elabora raccomandazioni, approvate dall’Ecofin, sulle politiche economiche di ogni Paese membro. A settembre il governo italiano presenterà in Parlamento gli aggiornamenti al DEF tramite la NADEF, successivamente alla Commissione il Documento programmatico di bilancio. Il disegno di legge di bilancio viene presentato e discusso in Parlamento a fine ottobre, entro fine anno la legge di bilancio deve essere approvata.

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