Subito era arrivato il post sui social network della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che indicava una pista precisa anche se non confermata, per “l’attentato” (come l’ha definito il ministro degli Esteri Antonio Tajani) ai danni della diplomatica italiana in Grecia Susanna Sylvia Schlein. Dalle prime indagini, avrebbe confermato in seguito il ministro greco per la sicurezza dei cittadini, Panagiotis Theodorikakos, la matrice dell’attacco sarebbe anarchica. Schlein è sorella di Elly Schlein, esponente del centrosinistra, appena eletta alla Camera nelle ultime elezioni politiche, probabile candidata alla segreteria del Partito Democratico.

Questa mattina il ministro della sicurezza greco ha incontrato al Viminale il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi. Da quel dialogo, riporta l’AdnKronos, sarebbe emersa l’ipotesi della matrice. Susanna Schlein è Primo Consigliere d’Ambasciata, un incarico che costituisce il terzo grado della carriera diplomatica italiana. Ad Atene Schlein è la seconda persona in carica dopo l’ambasciatrice Patrizia Falcinelli. L’episodio che l’ha colpita nella notte scorsa fa emergere altri dettagli che si innestano nell’ipotesi della pista anarchica.

Il sito anrchistnews.org nei giorni scorsi riportava che nelle ultime settimane erano comparse sulle mura dell’ambasciata italiana ad Atene, e su quelle della Banca di Grecia, delle scritte firmate da anarchici a sostegno di Alfredo Cospito: anarchico italiano detenuto in regime di 41 bis e in sciopero della fame da un mese e mezzo. Il media pubblicava anche le foto delle scritte fatte durante le manifestazioni del 17 novembre, giorno in cui si ricorda la rivolta degli studenti del Politecnico di Atene contro la dittatura dei Colonnelli. “Il regime del 41 bis in Italia è tortura”, recitava una di queste.

“Seguite il vostro leader”, recitava uno striscione con un’immagine che sembrava quella del cadavere, appeso a testa in giù in Piazzale Loreto a Milano, del duce del fascismo Benito Mussolini. Un video che circolava sui social riprendeva alcuni manifestanti appendere il drappo sul muro esterno dell’ambasciata ad Atene. Quel contenuto era stato attribuito al collettivo anarchico ateniese Roubikonas. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per l’attacco a Schlein.

Chi è Alfredo Cospito

È in discussione in questi giorni il ricorso per la detenzione al 41 bis di Alfredo Cospito, condannato all’ergastolo. Cospito, 57 anni, è in sciopero della fame dal 20 ottobre: ha perso oltre 20 chili. Ha passato sei anni in regime di Alta Sicurezza. È stato giudicato colpevole per aver gambizzato dieci anni fa Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, e per aver piazzato due pacchi bomba nel 2006 nella Scuola per allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Nessuna vittima, feriti o danni gravi in quest’ultima azione.

Il suo passaggio al “carcere duro” del 41 bis, nel carcere di Bancali a Sassari, è stato motivato con gli scambi epistolari che il 57enne aveva avuto negli ultimi dieci anni con l’ambiente anarchico e riviste del settore. I magistrati avevano ritenuto la Fai, la Federazione Anarchica Informale, come una vera e propria organizzazione, un nucleo organizzato. “Cospito ritiene insopportabile questa situazione: la prospettiva è quella di restare in un carcere, con l’ergastolo ostativo, fino alla morte. Ha intrapreso questo sciopero della fame perché è il solo strumento di protesta che ha a disposizione”, ha detto a Radio Radicale il suo avvocato Fabio Rossi Albertini.

Il ricorso al “regime duro”

Il Tribunale di sorveglianza di Roma si è riunito ieri e ha rimandato la decisione sulla detenzione al 41bis. “È una situazione dolorosa, ma è stato seguito l’iter”, ha commentato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, ha visitato il detenuto. “Si tratta, in tutta evidenza, di una condizione totalmente illegale e di uno stravolgimento della lettera e del senso della legge che affida al regime di 41-bis il solo ed esclusivo scopo di impedire i legami tra il recluso e l’organizzazione criminale esterna alla quale apparterrebbe. Tutto ciò – aveva scritto in una lettera a questo giornale Luigi Manconi – che eccede tale finalità è fuori legge. Che cosa ha a che vedere, infatti, con la ratio della norma il blocco della corrispondenza o quella miserabile apparenza di ora d’aria e di ‘socialità’?

Si sono tenuti ieri, davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma e a Genova, presidi di solidarietà per Cospito organizzati dagli anarchici. Scritte e altre manifestazioni si sono tenute anche a Roma, Firenze, Bologna. A Genova si indaga intanto su due incendi contro la ditta Marr, che si occupa di ristorazione nelle carceri. “Ed è soprattutto per chi ha scelto di lottare in carcere, proprio rinunciando al cibo. Siamo con Alfredo Cospito prigioniero anarchico nella sezione 41 bis”, la rivendicazione attribuita a una sigla anarchica. La Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) ha aperto un fascicolo per incendio doloso aggravato dalla finalità terroristica.

Secondo l’avvocato Rossi Albertini “le limitazioni imposte a Cospito non sono strettamente correlate e con le esigenze di sicurezza perseguite e assumono natura ingiustificatamente e puramente limitativa divenendo ingiustificate deroghe all’ordinario regime carcerario con una portata puramente afflittiva non riconducibile alla funzione attribuita dalla legge al provvedimento ministeriale”. Lo stesso Cospito ha scritto che “la vita non ha senso in questa tomba da vivi”.

La premier Meloni esprimendo la sua solidarietà a Schlein aveva già parlato di “matrice anarchica”. La diplomatica si è svegliata nel cuore della notte, dopo aver sentito alcuni botti in rapida successione e si sarebbe accorta del tentativo di appiccare il fuoco anche a una seconda auto. Le autorità hanno infatti rinvenuto nelle vicinanze dell’azione una bomba molotov con una miccia mezza esaurita. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco. Per Tajani la diplomatica “è salva per miracolo perché per fortuna non è esplosa la molotov piazzata sotto la macchina vicina all’impianto del gas che è sotto la camera da letto della sua famiglia”. L’ordigno fatto esplodere nella notte tra giovedì e venerdì ha bruciato un’auto nel garage della casa della diplomatica. Un’auto è andata distrutta, un’altra è stata danneggiata. Nessuna rivendicazione è comunque arrivata al momento. In corso le indagini.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.