Chi c’è più in alto della magistratura? Dio. Risponderebbe un cattolico. Un ateo, invece, direbbe che non c’è nessuno. Io dico che c’è la gente. I cittadini che non credono più alla favola del buono e del cattivo. Del magistrato giusto e del politico empio. La gente che è intossicata dalle inchieste della magistratura che arrivano e travolgono tutti, quasi sempre poche settimane prima delle elezioni. Non importa quali, l’importante è iniziare a gettare fango, cementare le accuse. Incastonare una inchiesta che brilli al sole come un diamante. Ma se dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.

I fiori di Bari e Riace

E sono i fiori di Bari e di Riace, dove l’onda nera delle inchieste giudiziarie non è riuscita a trascinare giù il sindaco pugliese Antonio Decaro e Mimmo Lucano, primo cittadino di Riace che nelle aule di giustizia ha passato più o meno sette anni prima che tutte le accuse più gravi nei suoi confronti si sciogliessero come neve al sole. In Puglia, a marzo, un super blitz aveva messo la città sotto i riflettori. Volevano sciogliere il comune di Bari per mafia. Subito si erano levate le orde giustizialiste al grido di: dimissioni e galera. Il sindaco di Bari Antonio Decaro è il più votato nel Pd alle Europee. Al Sud – dove il Pd è primo partito, con circa un punto percentuale di vantaggio su Fratelli d’Italia – incassa oltre 490mila voti (di cui 350mila in Puglia). Sì, la gente ha planato sopra le insinuazioni della magistratura e lo ha votato.

Il plebiscito di voti

Un plebiscito di voti che vale come un’assoluzione da qualsiasi ipotetica accusa. Le sue lacrime avevano commosso una città intera che si era stretta intorno al suo sindaco e non lo ha mollato. Lo ha fatto volare in Europa. Riace, invece, è tutta un’altra storia. Mimmo Lucano guidava la città che si affaccia sul Mar Ionio, in Calabria. Su di lui sono piovute accuse di ogni tipo, associazione a delinquere, truffa, peculato, numerosi abusi d’ufficio. E poi la più infamante: essere il promotore di associazione a delinquere che aveva lo scopo di commettere “un numero indeterminato di delitti (contro la Pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio) legati alla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti. Finisce ai domiciliari, non è più sindaco, addirittura riceve una condanna in primo grado a tredici anni.

Poi la Cassazione ribalta tutto. Riace “guarda il sole”. Mimmo Lucano è di nuovo sindaco. Non solo. Arriva a Bruxelles con 188mila voti, primo degli eletti di Avs. Vola in Europa. Restano a terra i cocci di una magistratura che perde credibilità, che non è più la voce della verità, che non riesce a marchiare a fuoco indagati e imputati (anche perché oggi si indaga più o meno su tutti). Riace e Bari sono le due città che non hanno ceduto alla tentazione giustizialista di chi crede che se la magistratura ti alita addosso allora un motivo c’è. Allora sei colpevole. A Bari e Riace oggi splende il sole.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.