"Da Italia Viva mai una proposta seria"
Calenda stronca Renzi e il ‘grande centro’: “Non si capisce la sua linea, smetta di fare il businessman pagato da paesi stranieri”

Il progetto di un ‘grande centro’ che guarda all’esperienza di Emmanuel Macron in Francia e a Renew Europe nel Parlamento europeo di Bruxelles? Secondo Carlo Calenda l’idea dell’amico-rivale Renzi attualmente non sta in piedi.
Il leader di Azione lo dice in una intervista che segue l’undicesima edizione della Leopolda, la kermesse organizzata dai renziani a Firenze in cui l’ex presidente del Consiglio ha rilanciato la sua idea di una “Renew italia, il grande centro che anche con questa legge elettorale, il Rosatellum, può risultare decisivo”.
Ma il contenitore centrista che Renzi ha in mente, con dentro Italia Viva, Azione, +Europa, pezzi di Forza Italia e Base Italia dell’ex leader della Fim-Cisl Bentivogli, non trova l’appoggio di Calenda.
L’ex ministro dello Sviluppo Economico ex candidato sindaco di Roma in un colloquio col Corriere della Sera mette sul tavolo quelle che definisce “condizioni imprescindibili”. In primis che Renzi “smetta di fare il businessman ed essere pagato da paesi stranieri, poi di farla finita con i tatticismi. Dopodiché, a parte queste battute sul palco, da lui non è mai arrivata una proposta seria di collaborazione”, sottolinea Calenda.
Quanto al ‘grande centro’, il leader di Azione non crede nella nascita del progetto renziano. Per Calenda è necessario “un grande partito liberaldemocratico e riformista che porti avanti il modo di governare di Draghi. Una formazione che non nasce dalla fusione di qualche sigla parlamentare, ma da un profondo lavoro sul territorio”. Il problema di Renzi, invece, è che “è andato alleato con i Cinque stelle in molti Comuni, senza contare gli accordi con il forzista Miccichè in Sicilia“, lo bacchetta Calenda.
Bocciata quindi l’ipotesi di un ‘calderone’ di sigle e nomi, perché “la massa critica non la sia fa mettendo insieme tutto il contrario di tutto: così si perdono ogni identità e specificità”.
Calenda che lascia aperta la porta del dialogo con Italia Viva, ma non manca di rifilare delle stoccate al partito. “Come si fa a far politica con un movimento che parla solo del proprio leader?”.
A proposito di leader, alla domanda su quale nome possa riunire l’ipotetico rassemblement centrista, fatto di tanti piccoli partiti/movimenti, Calenda boccia l’ipotesi Mara Carfagna. Per il presidente di Azione infatti “Mara sta facendo il suo percorso all’interno di Forza Italia e non abbia intenzione di fare altro. Sono chiacchiere oziose, credo. C’è un lavoro politico e su questa linea andremo avanti. Altre cose sono materiale per retroscena”.
E su leader e Forza Italia un passaggio è dedicato ovviamente a Silvio Berlusconi, che Calenda non vede al Colle perché “è stato un uomo di parte, mentre il Quirinale ha bisogno di una persona che rappresenti il pezzo più ampio possibile del Paese”.
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