La Protezione Civile risponde alla drammatica lettera che il governatore De Luca ha inviato al premier Conte e ad alcuni ministri richiamando la loro attenzione sulla mancata fornitura di apparecchiature e presidi di protezione personale. Quello del governatore è stato uno sfogo duro e molto chiaro: “In questa situazione la Campania rischia di contare i morti”. Tra la Regione Campania e la Protezione Civile c’è uno scontro sulle cifre: mercoledì De Luca denunciava di non aver ricevuto dal governo nessun dispositivo, ieri dopo aver firmato una nuova ordinanza che proroga fino al 14 aprile la quarantena su tutto il territorio regionale, ha comunicato che sono arrivate 71.560 mascherine tra quelle di tipo FFP2 e quelle di tipo FFP3.

Per la prima volta in Campania anche 2.100 tute protettive. Sulla consegna delle mascherine il governatore è lapidario: “Non è un grande quantitativo ma ci auguriamo che sia l’inizio di un programma più ampio di consegne alla Campania del materiale sanitario necessario. Di queste forniture, com’è noto, è responsabile la Protezione Civile. Controlleremo ora per ora che questo programma di consegna vada avanti in maniera programmata”. Occhi aperti sull’arrivo di camion carichi di materiale necessario per fronteggiare la pandemia. Ma nel suo intervento dopo la consegna delle mascherine il governatore ha evitato ogni accenno alla secca replica ricevuta dalla Protezione Civile che smentisce quanto affermato da De Luca nella dura lettera inviata al premier e ai ministri.

“È opportuno precisare che, contrariamente a quanto sostenuto dal governatore De Luca, sono stati consegnati alla Regione Campania, fino a oggi, un milione di dispositivi. Nel dettaglio – chiarisce la nota della Protezione Civile – si tratta di 778.600 mascherine, circa 99mila di tipo FFP2 e FFP3, 109mila guanti in lattice, oltre 3mila dispositivi – tra camici chirurgici, copri scarpe e visiere di protezione – e 15 ventilatori per terapia intensiva e sub intensiva. È in corso un lavoro incessante che, anche grazie al decreto Cura Italia, sta dando segnali di risposta concreta anche in termini quantitativi che aumenteranno giorno dopo giorno”. Siamo al botta e risposta, alle accuse e contraccuse fra importanti organi istituzionali in un momento drammatico per l’Italia.

Anche se importa poco, sarebbe interessante capire chi mente. La situazione nella nostra Regione è drammatica. Oggi – ha anticipato il governatore – la Regione fornirà un quadro riassuntivo con “doverose e rigorose” puntualizzazioni su numeri e tempi di intervento da parte della Protezione Civile. Servono tamponi per il personale sanitario e per i cittadini che temono il contagio da Coronavirus, ma le risposte devono essere rapide perché non è possibile aspettare ancora sette o addirittura dieci giorni. Così com’è necessario disporre – e in abbondanza – dei presìdi di sicurezza personale che finora sono mancati anche a chi era in prima linea contro il Coronavirus.

Probabilmente per evitare al presidente della giunta accuse di “iperattivismo”, prende la parola Ciro Verdoliva, manager dell’Asl Napoli, 1 bacchettando chi propone di inserire nel circuito Covid gli ospedali Ascalesi, San Gennaro, San Giovanni Bosco e Incurabili. Idee bocciate dal direttore generale – ingegnere perché “la visione espressa è evidentemente priva dell’indispensabile conoscenza non solo della situazione attuale, ma anche dei tempi di risposta che questa emergenza richiede”. Verdoliva ricorda anche che “il rischio di creare commistione tra pazienti contagiati e non contagiati favorirebbe la diffusione del virus”.

Valutazione corretta dal punto di vista sanitario ma fino ad oggi smentita dai ricoveri di contagiati dal Covid-19 in ospedali di pronto soccorso col rischio di trasformarli in pericolosi “focolai” infettivi. Lunedì previsto l’arrivo del primo blocco di un milione di kit rapidi che la Regione ha ordinato a fornitori cinesi, dovrebbero essere invece prodotti da aziende campane le visiere trasparenti dopo la valutazione di alcuni prototipi. Entro due settimane dovrebbero essere disponibili 120 posti letto per pazienti Covid.