La solidarietà, l’impegno, il sacrificio, la dedizione, il coraggio. Ci sono tutti, eppure non bastano. È emergenza negli ospedali di provincia per la pandemia da Coronavirus. Si fa fatica ovunque. E di più nel Covid Hospital di Boscotrecase, dove medici e infermieri segnalano difficoltà e carenze: mancano i dispositivi di protezione individuale per il personale, mancano percorsi di sicurezza per evitare promiscuità tra pazienti positivi e operatori, mancano tamponi e mancano farmaci per la cura e la sedazione dei più gravi. Si sono contati già i primi morti e si teme che il bilancio possa peggiorare. È un grido di allarme, quello lanciato da chi lavora in quell’ospedale di provincia diventato in tutta fretta ospedale di trincea.

La paura di ulteriori contagi è tangibile. “Abbiamo saputo di essere diventati ospedale per pazienti Covid l’altra domenica, quasi dalla sera alla mattina, senza essere preventivamente informati e soprattutto senza essere stati adeguatamente preparati e formati sui protocolli da adottare per la tutela nostra e dei pazienti stessi” dice chi lavora all’interno della struttura. “Nonostante ciò non ci siamo tirati indietro, non lo stiamo facendo da una settimana ormai, ma abbiamo bisogno di risposte” aggiungono.

L’associazione Anaao Assomed, che riunisce i medici dirigenti della Campania, ha inviato un documento al presidente della Regione Vincenzo De Luca: “Denunciamo il gravissimo ritardo della riorganizzazione della rete regionale campana Covid nonostante i tempi sufficienti”, si legge. In particolare si fa riferimento alle carenze del presidio di Boscotrecase e all’intera gestione dei presidi di emergenza nell’area a sud di Napoli. I medici chiedono al governatore “interventi incisivi” con lo stesso piglio con cui sta gestendo l’emergenza dal punto di vista sociale e chiedono misure “funzionali e strutturali” per “riorganizzare la rete dell’emergenza secondo modelli già sperimentati in altri paesi e in altre regioni, ed evitare che gli attuali punti Covid servano solo ad aumentare pericolosamente il rischio di disseminazione di un virus altamente contagioso e di difficile gestione ospedaliera”.

Si è mosso anche il sindacato Uil-Fpl che al presidente De Luca, al prefetto Marco Valentini e al direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud Gennaro Sosto ha inviato una richiesta “di immediata verifica e interventi risolutivi sulla situazione organizzativa del Covid Hospital di Boscotrecase e degli altri presidi ospedalieri dell’Asl Napoli 3 Sud”. In premessa si è sottolineato lo sforzo del personale dell’ospedale di Boscotrecase, la solidarietà di medici pneumologi e infermieri che si sono volontariamente spostati da altre strutture, come quella di Pollena Trocchia, per dare sostegno ai colleghi. Tuttavia è emergenza nell’emergenza.

Il direttore sanitario dell’Asl Napoli 3 Sud Gaetano D’Onofrio non nasconde le difficoltà ma fa sapere che anche da parte della direzione lo sforzo è massimo. “Attualmente all’ospedale di Boscotrecase ci sono 38 pazienti ricoverati, 10 dei quali in terapia intensiva” precisa, spiegando come in pochi giorni si sia raggiunta la soglia dei posti disponibili e come, di fronte al numero crescente dei contagi, gestire l’emergenza sia una corsa contro il tempo. “Abbiamo convertito dall’oggi al domani un ospedale che faceva tutt’altro in un presidio per pazienti positivi conclamati, è normale che ci siano carenze ma stiamo rimediando” spiega il direttore sanitario, descrivendo le difficoltà e gli sforzi per reperire farmaci antivirali, ventilatori e tutto ciò che serve in uno scenario di crisi che è emergenza globale.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).