Dopo la prima visita nel carcere di Poggioreale del neo ministro alla Giustizia Carlo Nordio, gli attivisti per i diritti umani e dei detenuti del gruppo Sbarre di Zucchero hanno deciso di scrivere una lettera indirizzata proprio al Guardasigilli. “Non c’è nulla quanto il lavoro e lo sport, sempre nell’ambito della certezza della pena che dev’essere eseguita, che possa recuperare e rieducare il detenuto secondo quanto impone la nostra Costituzione”, disse il ministro dopo aver visitato nello stesso giorno il carcere di Regina Coeli e quello di Poggioreale. Il gruppo di attivisti sa bene che su questo nelle carceri italiane c’è molto ancora da fare e chiede al ministro maggiore attenzione affinchè si facciano passi concreti per superare il carcere così come è ora, con iniziative di reinserimento, la tutela degli affetti, e fare in modo che la giustizia sia davvero riparativa. Riportiamo qui di seguito il testo della loro lettera e il loro invito ad essere ascoltati.

Illustrissimo Ministro Carlo Nordio,

Le scriviamo questa lettera in qualità di rappresentanti del gruppo Sbarre di Zucchero. Sbarre di Zucchero é stato fondato dalle compagne di Donatela Hodo, suicida il 2 agosto 2022 nella Casa Circondariale di Verona, che hanno sentito l’urgenza di tentare di prevenire altri suicidi e di raccontare la realtà di sofferenza delle donne in carcere per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni. Al gruppo successivamente si sono aggiunti medici, volontari, garanti, avvocati, associazioni, giornalisti e attivisti, tutte persone a cui stanno a cuore i diritti dei detenuti, con particolare attenzione alle donne.

Sbarre di Zucchero promuove il superamento del carcere così come è ora, le iniziative di reinserimento, la tutela degli affetti, la giustizia riparativa. Il messaggio che cerchiamo di trasmettere è che la detenzione non è un limite insuperabile ma è possibile riprendere in mano la propria vita, ricostruire un futuro, dimostrare di essere delle risorse preziose per la collettività. In questi due mesi abbiamo costruito molto. Oltre ad aver creato una pagina e un gruppo su Facebook abbiamo iniziato una collaborazione con la rivista Voci di Dentro, con Il Riformista e con Aracne Tv, organizziamo con cadenza mensile dei convegni che vengono trasmessi su vari social network e anche su Radio Radicale. In tutte queste iniziative vengono valorizzate le testimonianze delle fatiche e delle rinascite delle ragazze di Sbarre e si cerca un dialogo propositivo e mai oppositivo con le istituzioni, incluse la Politica, la Magistratura e le Forze dell’Ordine.

Abbiamo sentito l’urgenza di scriverle perché non possiamo dimenticare il messaggio di commiato di Donatella, che in qualche modo simboleggia quello di tutti gli altri settantaquattro suicidi dall’inizio dell’anno ad oggi. Confidiamo in Lei per un miglioramento dell’ esecuzione penale attuale; i detenuti si sentono abbandonati e privati anche della speranza.
Confidiamo in Lei perché aumentino nel concreto le possibilità del lavoro, sia all’interno delle mura del carcere sia all’esterno: come Lei stesso ha di recente dichiarato il lavoro educa e la insegna il rispetto delle regole. Confidiamo in lei per un aumento degli operatori, ossia degli educatori, degli psicologi e del personale di polizia penitenziaria.

Oltre ai settantaquattro suicidi fra i detenuti non possiamo dimenticare che ve ne sono stati quattro fra gli operatori di polizia penitenziaria. Purtroppo anche loro sono esposti a condizioni di lavoro tutt’altro che ideali e a molte situazioni complesse e drammatiche molto difficili da affrontare per chiunque. Dovrebbero vigilare sulla sicurezza dell’esecuzione penale, invece si trovano fra persone psichiatriche, in astinenza, depresso, cosa che spesso li costringe a ricoprire ruoli per i quali non possono essere preparati perché non di loro pertinenza. Confidiamo in lei per una maggiore apertura verso le misure alternative, che sono le pene più difficili e che rieducano maggiormente, perché la gestione della libertà si impara praticando la libertà.

La ringraziamo per tutto ciò che potrà fare e Le chiediamo la Sua disponibilità per concedere un incontro a una nostra delegazione, composta in parte da ex detenuti ed in parte da avvocati, volontari ed altri operatori nel settore reinserimento, per poterLe esporre meglio la nostra testimonianza ed aprire con Lei un’interlocuzione su questi temi che ci onorerebbe e sarebbe preziosa per noi e per il mondo che rappresentiamo, cioè quello di chi crede che nessun uomo sia irrimediabile, che valga sempre la pena di dare una possibilità concreta di reinserimento a chi ha sbagliato ma dimostra di voler cambiare, e che anche chi sta scontando una giusta pena vada però trattato nel rispetto dei diritti umani fondamentali.

Gli attivisti di Sbarre di Zucchero

Micaela Tosato
Monica Bizaj
Elisa Torresin
Maurizio Mazzi
Umberto Baccolo
Alessandra De Filippis
Alessandra Ventimiglia Pieri
Alessandro Erasmo Costa
Anna Portente
Anna Repochini
Annarosa Lorenz
Antonio Sauchella
Arrigo Cavallina
Azalen Tomaselli
Barbara Gelasio
Antonia Zosimo
Bruno Palamara
Camillo Smacchia
Carmela Esposito
Ciro Corona
Claudia Benassai
Denise Carlesso
David Maria Riboldi
Donatella Marchese
Elisabetta Annecchini
Emanuela Nicotra
Enrico Marra
Desy Grava
Enrico Marignani
Eugenia Cracium
Federica Guidorizzi
Franca Gareffa
Francesco Pulpito
Frédéric De Luca
Gabriella Cantafio
Gabriella Stramaccioni
Giampiero Corelli
Gioacchino Onorati
Giovanni Sartori
Grazia Grena
Ielenia Sartor
Ilenia Bonin
Laura Tedesco
Leticia De Oliveira
Luisa Ravagnani
Marina Ladanza
Marco Chiavistrelli
Maria Grazia Bisurgi
Marinella Maioli
Mario Pontillo
Martina Pavan
Martina Cannoni
Mauro Coccia
Michele De Lucia
Michele Caly
Michele Nardi
Monica Gallo
Nico Covacs
Paolo Zampieri
Nevruz Hodo
Pina Auriemma
Rita Faro
Rocco Chinnici
Rossella Grasso
Sandro Pignataro
Silvia Beltrami
Simone Bergamini
Stefania Catallo
Stefania Calabria
Tonino di Toro
Valentina Caffaro
Vincenzo Dicuonzo
Zeudi Segnerò

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