Stefano Lo Russo è il nuovo sindaco di Torino. Battuto nel testa a testa del ballottaggio l’avversario candidato con il centrodestra Paolo Damilano. Al momento le preferenze a favore del candidato del centrosinistra sfiorano il 60% con quasi 20 punti percentuali sull’avversario. “Non nego l’emozione. Questa vittoria la dedico a una persona che per me è stato un maestro, un padre, una guida, don Aldo Rabino“, Stefano Lo Russo, al suo comitato elettorale, ha dedicato la vittoria al salesiano, storico cappellano del Torino, che lo ha avviato alla politica. Di fronte agli ex sindaci Valentino Castellani, Sergio Chiamparino e Piero Fassino ha aggiunto: “Vi prenderò a modello pur nella vostra specificità, per la vostra capacità di essere persone perbene, capaci, competenti e oneste e per il bene che avete fatto alla città spero di essere all’altezza del vostro esempio. Erano tanti anni che il centrosinistra non era così unito e capace di fare squadra”. Quindi ha ammesso che la dimensione del risultato è andata ben oltre le sue aspettative e ringraziato “per la lealtà della competizione” l’avversario Damilano.

Lo Russo è professore ordinario in geologia applicata al Politecnico. È nato il 15 ottobre del 1975. Figlio unico di famiglia di origini operaie, non credente. Ha una figlia, Beatrice, di 14 anni. La prima elezione nel 2006: consigliere comunale. Quindi assessore dal 2013 al 2016, responsabile delle Politiche Urbanistiche nell’unica giunta Fassino. La sua vittoria al primo turno aveva sorpreso un po’ tutti. Al ballottaggio ha dilagato. Premiata la sua scelta di non allearsi con il Movimento 5 Stelle, in crollo verticale, dopo cinque anni di giunta Appendino. Si definisce “secchione”. Ha fatto una campagna elettorale intensa: per due mesi in giro per piazze e mercati e quartieri. Ha anticipato che la giunta sarà annunciata il prossimo lunedì 25 ottobre. L’affluenza ha superato di poco il 42%.

La candidatura e le primarie

La candidatura di Lo Russo era arrivata alla fine di un percorso durato 15 anni. “Il centrosinistra unito potrà vincere al primo turno se sarà capace di dare risposte ai bisogni evidenti che ci sono, soprattutto nelle periferie cittadine – aveva commentato – C’è una riflessione profonda politica da fare su come dovremo impostare la campagna elettorale perché è evidente che il centrosinistra ha in questo momento una debolezza strutturale soprattutto nella periferia nord. Adesso si tratta di partire insieme, uniti, a cominciare da Francesco, Enzo e Igor (gli altri tre candidati alle primarie, ndr), ma soprattutto coinvolgendo la coalizione del centrosinistra”.

Lo Russo era stato appoggiato anche da big delle preferenze come Laus, Lepri, Gallo e Valle. Oltre che da partiti alleati come i Moderati e la lista Monviso di Mario Giaccone. Ha raccolto un’eredità difficile dei dem nel capoluogo piemontese dopo la doppia terribile sconfitta alle comunali del 2016 e alle Regionali del 2019. Le primarie furono un flop per l’affluenza e le vinse con un distacco risicato. Stefano Lo Russo è risultato il candidato più votato con il 37,48% dei voti, contro il 34,85% del civico Francesco Tresso. Neanche 300 voti di scarto. Lo Russo era sostenuto dalla quasi totalità del gruppo dirigente del Pd. Tresso è stato soprannominato “Signor Nessuno” e ha raccolto il consenso di società civile e della sinistra ecologista. A seguire il vice Presidente del Consiglio Comunale Enzo Lavolta, 25,39%, e il radicale Igor Boni, 2,28%.

Solo 11.631 persone si sono recate alle urne, la metà rispetto alle attese secondo quanto scritto da La Stampa; meno anche delle oltre 16mila persone iscritte al Partito. Nel 2019, per la scelta del segretario, allora venne eletto Nicola Zingaretti, furono 23mila i votanti. Nel 2011 furono invece 53mila le preferenze che avevano incoronato Piero Fassino. Il candidato del centrosinistra era appoggiato dalla coalizione formata da Partito Democratico, Moderati, Sinistra Ecologista, Torino Domani, Articolo Uno e Lista Civica Lo Russo Sindaco.

Le promesse di Lo Russo

In un’intervista a questo giornale di qualche settimana fa annunciava per il capoluogo del Piemonte: “Una grande opera di semplificazione burocratica, abbiamo molta energia inespressa nella città. Il freno della burocrazia va combattuto. La seconda cosa è la costruzione di una capacità di spendere bene i soldi del Recovery: si apre adesso una fase importante, dobbiamo spendere nei tempi giusti. Terza cosa: c’è una strutturale esigenza di riportare i cittadini ai servizi, riaprire le reti di biblioteche e dei trasporti locali anche e soprattutto per la periferia”.

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.