Le reazioni al “patto del caffè”
Col patto tra Pd e M5S si rischia di riconsegnare la città al de Magistris di turno
I partiti, incuranti della grave emergenza politica e sociale, non trovano altro di meglio da fare che decidere il candidato sindaco sulla base delle piccole convenienze personali. Ultimo atto il cosiddetto “patto del caffè” tra Partito democratico e Movimento Cinque Stelle consumatosi in quel di via Petrarca in un famoso bar della cosiddetta Napoli Bene. A questo punto la domanda nasce spontanea; chi deve dire basta a tutto questo? Chi deve avere un sussulto di orgoglio e dignità per dire che Napoli non può essere la succursale di nessuna altra città, men che meno essere la città degli esperimenti politici sulla pelle dei cittadini?
Quello che si è consumato ieri, oltre a essere un atto egemonico e poco rispettoso di quella coalizione che ha sostenuto il presidente Vincenzo De Luca alle scorse elezioni regionali, è anche e soprattutto un progetto politico che non rispecchia quello che la città si aspetta dal prossimo sindaco e cioè la totale discontinuità con le amministrazioni precedenti e, in particolare, con quella di Luigi de Magistris. L’atteggiamento del Partito democratico napoletano, per meri calcoli di bottega e di correnti interne, ancora una volta così come in passato rischia di fare implodere tutto consegnando la città alle destre o di qualche nuovo personaggio con la bandana uscito dal cilindro del disagio cittadino. Una scelta esclusivamente romana rischia di ripercuotersi inesorabilmente sul tessuto sociale e imprenditoriale della città, stanco di questa pantomima.
Dopo i fallimenti di Roma e Torino, Napoli rischia di essere l’unico laboratorio di questa assurda alleanza Pd-M5S, assurda perché mai e poi mai ci saremmo aspettati un Pd così sottomesso al partito dei vari Grillo, Travaglio e Conte. La soluzione? Le primarie di coalizione dove i cittadini abbiano la possibilità di scegliere colui o colei che riterranno più meritevole in base ai programmi e all’idea di città che sarà stata proposta agli elettori. Altrimenti una grande mobilitazione civica al di là delle formule dei partiti perché Napoli non può più attendere, perché Napoli non merita questa ulteriore mortificazione, perché Napoli non può essere ancora governata dai populisti veri, quelli del reddito di cittadinanza o del lungomare liberato. Di una sinistra che a chiacchiere dice di aver sconfitto la povertà ma che di fatto ha consegnato la città e il futuro dei giovani nelle mani di decine di clan e della illegalità diffusa, non sappiamo che farcene.
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