«Il centrosinistra napoletano è frantumato. Ma ciò che più mi preoccupa sono la scarsa attenzione ai temi economico-sociali e l’appiattimento sulle posizioni del Movimento 5 Stelle: così il Partito democratico, che di quell’area dovrebbe essere il propulsore, si condanna all’irrilevanza». Ad analizzare lo scenario politico napoletano è Arturo Marzano, ex deputato del Partito comunista.

Le sue parole arrivano all’indomani della candidatura di Sergio D’Angelo a sindaco di Napoli: un annuncio che segue quelli di Alessandra Clemente e di Antonio Bassolino restituendo la fotografia di una sinistra partenopea sempre più atomizzata. «Questa polverizzazione è il frutto della storia recente della sinistra – spiega Marzano – che ha dimostrato troppi limiti nell’analisi e nell’iniziativa politica». Che cosa vuol dire concretamente? «Significa – aggiunge l’ex parlamentare – che la sinistra, a cominciare dal Pd, avrebbe dovuto prestare più attenzione a economia, lavoro e impresa. Se lo avesse fatto, dimostrandosi più radicata e popolare, movimenti come quello di de Magistris avrebbero avuto vita breve. Ora serve una svolta culturale anche perché a Napoli, grazie alla possibile candidatura del pm Catello Maresca, il centrodestra si rafforza».

Il paradosso, comunque, non consiste soltanto nel fatto che già tre candidati occupino il campo della sinistra. È singolare, infatti, che a mancare sia il nome di Pd e M5S, le due formazioni più forti nel “campo progressista”. «Non è normale – ammette Marzano – ma il problema vero è che, sul futuro di Napoli, manca qualsiasi discussione dentro il partito e con la città. Il confronto sulle alleanze ha preso il sopravvento sull’analisi delle condizioni in cui versa Napoli. Qualcuno si è chiesto perché la sinistra abbia perso migliaia di voti in “quartieri rossi” come Barra, Ponticelli e Bagnoli? Qualcuno si è chiesto come e perché sia cambiato il rapporto tra il Pd e la società meridionale negli ultimi 25 anni? La verità è che il Pd dovrebbe avere una sua idea di Napoli, ma al momento non se ne vede traccia».

Proprio sulle alleanze, i vertici dem partenopei danno l’accordo col M5S per cosa fatta, con uno tra Roberto Fico e Gaetano Manfredi candidato sindaco. Un riformista come l’ex socialista Giulio Di Donato ha criticato questo patto con una forza populista e giustizialista come il M5S. Ma cosa ne pensa Marzano? «Non escludo a priori quel tipo di alleanza, ma serve un approccio diverso. Il Pd non può essere subalterno ai grillini su temi cruciali come giustizia ed economia». Di qui l’invito a Paolo Mancuso, Marco Sarracino e compagni: «Sarebbe bene che il gruppo locale e nazionale del pd discutesse della candidatura di Bassolino che rimane una figura politica forte – conclude Marzano – E, soprattutto, sarebbe ora che il Pd spiegasse la strategia di modernizzazione e il nuovo modello di sviluppo di cui Napoli ha disperatamente bisogno».

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.